Rischio siccità e svendita dell’acqua alle Multinazionali

Caldo record e rischio siccità, i cittadini sono costretti a fare i conti con il razionamento dell'acqua. L’altra realtà è la vendita a prezzi irrisori delle risorse idriche alle Multinazionali.

Rischio siccità e svendita dell’acqua alle Multinazionali

Il Paese è tormentato da un caldo record il rischio di siccità rappresenta un cappio al collo per la nostra penisola. L’ondata di caldo infernale, coinvolge tantissime città italiane. L’afa travolge tutti i settori. In ginocchio l’agricoltura e l’allevamento dove le risorse idriche rappresentano la fonte primaria per la sopravvivenza delle aziende.

Lo stato di allerta coinvolge tantissime regioni, in particolare Parma e Piacenza. Il Piemonte affronta una riduzione delle risorse idriche relativa ai fiumi dimezzate del 60%. In Sardegna è stato diramato uno stato d’emergenza, la regione non affrontava una crisi così dal lontano 1900. La Sicilia fa i conti con risorse idriche al limite, il Veneto ha emanato provvedimenti specifici per combattere la crisi idrica. Infine il Friuli è stato colpito da un vero e proprio deficit idrico dovuto ai fiumi e bacini in secca.

A essere colpiti da questa ondata di caldo torrido tutti i cittadini, tanto che si parla di avviare un programma di razionamento delle acque. Bisogna mettere in conto il pericolo costante della salute. Il rischio d’incendi dovuti alle alte temperature e alla siccità, nonché agli afflussi derivati dal settore turistico che prevede un incremento nel consumo di acqua.

Di certo, il surriscaldamento globale è una verità, non la conseguenza di uno dei tanti scenari apocalittici che ci hanno rifilato negli ultimi anni. Le risorse idriche dovranno essere gestite con parsimonia e intelligenza.

La realtà di una medaglia a due facce, da una parte la diminuzione costante e repentina dell’acqua. L‘altra faccia è rappresentata dalla vendita delle risorse idriche italiane alle Multinazionali a prezzi di concessione minimi.

I dati certi sono rappresentati dal business della vendita dell’acqua in bottiglia da parte di varie Multinazionali, parliamo di circa due miliardi di euro. Conti alla mano, i prezzi dei concessionari dell’acqua sono di circa 1 euro ogni mille litri. Praticamente un 0,001 cioè un millesimo al litro. È evidente che le regioni concedono canoni a prezzi irrisori alle Multinazionali.

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