Riflettori puntati sull’OPEC dopo il crollo del petrolio di ieri

A mercato chiuso, ieri, si sono rincorse possibili voci su un possibile taglio di produzione dell'OPEC. Il petrolio ha toccato il minimo storico dal 2003, ma si sospetta che anche questa volta possa risolvere tutto in una bolla di sapone.

Riflettori puntati sull’OPEC dopo il crollo del petrolio di ieri

Negli ultimi giorni le borse mondiali sono andate a picco, seguendo il trend negativo dettato dalla borsa cinese. Ebbene sembra che ne stia risentendo fortemente anche il costo del petrolio, diventata ormai la vera merce di scambio ed il vero indice dei mercati mondiali. Ieri si è raggiunta quota 26,05 dollari a barile, un picco a ribasso che non veniva raggiunto dalla crisi petrolifera del 2003.

A mettere in fibrillazione gli operatori del campo petrolifero sono state alcune dichiarazioni dal Ministro degli Emirati Arabi uniti Suhail bin Mohammed al-Mazrouei, trasmesse tramite Twitter da una reporter del Wall Street Journal, nel quale sembrerebbe che l’ OPEC (l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio nata nel 1960 n.d.a.) fosse pronta a cooperare su un taglio, informazione che, dato il crollo dei prezzi del greggio, ha forzato i produttori non facenti parte dell’ OPEC, ad una specie di silenzio stampa, in attesa di ulteriori sviluppi.

Sono, d’altronde, mesi che gli stessi Emirati Arabi informano la comunità finanziaria di essere pronti alla ‘cooperazione con altri, se altri tagliano la produzione, ma se non lo fanno…‘ lasciando così intendere che, per loro, si potrebbe cambiare registro. Nei Tweet successivi Al-Mazrouei ha dichiarato un calo previsto della produzione di quasi 800.000 barili al giorno a fronte di un aumento della richiesta di ben 1,3 milioni e si è detto ottimista che il mercato torni al suo normale equilibrio nel giro di un anno.

Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia il surplus di petrolio è tornato a crescere, raggiungendo 2 mbg nel trimestre in corso, e paesi come il Venezuela, produttore instancabile, sta aumentando a dismisura le scorte. E’ questa, quindi, la vera causa dell’eccessivo ribasso dei costi e che il mercato globale sta guardando. A questo si aggiunge che i raffinatori, in misura sempre maggiore, stanno rallentando la produzione e i loro costi stanno iniziando a diminuire, sopratutto negli USA. Suona strano, per noi Italiani, venire a conoscenza che il petrolio non è costato mai così poco da più di 10 anni, ma questa tendenza nel nostro paese alla pompa non si nota affatto.

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