Finlandia: prove di reddito minimo universale

Esperimento in Finlandia riguardo il reddito minimo universale. 2000 disoccupati, per due anni, riceveranno uno stipendio di circa 560 euro, e continueranno a percepirlo anche se, in questo frangente di tempo, troveranno lavoro.

Finlandia: prove di reddito minimo universale

Parte dalla Finlandia un esperimento che, se dovesse dare i risultati sperati, potrebbe “sconvolgere” le abitudini di tutta la popolazione mondiale, garantendo – a chiunque – un mnimo di dignità economica.

Sono stati estratti a sorte 2000 disoccupati, in età compresa tra i 25 ed i 58 anni, i quali – per due anni – riceveranno uno “stipendio” mensile di circa 560 euro, e continueranno a riceverlo anche se, in questo periodo, dovessero trovare lavoro.

E’ il primo esperimento, di scala così larga, che viene effettuato per testare il cosiddetto reddito garantito. Non è da considerarsi un sussidio di disoccupazione; in effetti, tale “regalo” viene dato a prescindere se un individuo lavora o meno.

Lo scopo di questo esperimento è quello di verificare come cambieranno gli usi ed i costumi di chi usufruirà di tale agevolazione e, allo scadere dei due anni, i dati ottenuti verranno confrontati con altrettanti disoccupati che vengono “trattati” con il sistema attualmente in vigore.

Va sottolineato che, in un primo momento, era stata prevista una somma superiore rispetto a quella “evasa” nella realtà: era previsto uno stipendio di circa 750 euro mensili.

Se l’esperimento dovesse dare risultati soddisfacenti, la cifra prevista per il “reddito garantito” sarà pari a circa 1000 euro mensili.

La teoria del “reddito minimo universale” fu proposta già da Thomas Paine – uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d’America – ed è stata ripresa, diverse volte, non solo da filosofi, ma anche da economisti, ritenendolo un ottimo modo per una giusta giustizia sociale e, soprattutto, per quanto concerne l’emancipazione del lavoro.

Le nuove tecnologie hanno portato alla sostituzione (in alcuni casi totale) dell’uomo, in ambito lavorativo: molte mansioni che prima erano svolte dall’uomo, oggi sono svolte da automi che, grazie all’intelligenza artificiale, ci somigliano sempre di più e, secondo alcune stime, tra pochissime generazioni, oltre la metà della popolazione – che dovrebbe essere attiva – sarà senza lavoro.

Tra gli addetti al settore si sono create due correnti di pensiero: ci sono gli scettici, che ritengono tale progetto solo utopia e gli ottimisti, i quali – al contrario – ritengono che potrebbe essere una vera e propria rivoluzione.

Va ricordato che un esperimento simile è stato già fatto negli anni ’70 in Canada, precisamente nello stato di Manitoba, dove circa il 30% della popolazione ha ricevuto un reddito minimo garantito ed i risultati ottenuti sono stati confortanti: riduzione dei ricoveri in ospedale, riduzione degli incidenti, aumento della frequenza scolastica ed il lavoro diminuì di circa il 10% (furono, in particolare, madri con bimbi piccoli), ma i dati in possesso erano talmente pochi che non si è potuto dare un giudizio realistico.

Lo stesso tipo di esperimenti sta partendo in alcune città olandesi, tra le quali la più famosa è Utrecht.

Un domani il lavoro potrebbe diventare un “optional”, la cosa importante è che non si crei una società basata sull’ozio.

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