Dall’Unione Europea arriva l’ok alla ‘bad bank’ italiana

L'accordo Italia-Ungheria riceve l'approvazione ufficiale della Banca Centrale Europea ed apre nuovi scenari sui rapporti economici e bancari tra i Paesi dell'eurozona che presentano banche ed istituti di credito in difficoltà.

Dall’Unione Europea arriva l’ok alla ‘bad bank’ italiana

L’inizio di quest’anno, finanziario ed economico, non è stato dei più felici poichè i mercati sono stati penalizzati dal rialzo dei tassi USA, dal rallentamento di crescita economica della Cina e dalle incognite sui mercati emergenti.

In questo contesto mondiale, caratterizzato dal rallentamento del tasso di crescita dei mercati, tutti gli operatori economici hanno mostrato segni di sofferenza, tanto più evidenti nell’eurozona per la mancanza di un meccanismo unico europeo di garanzia dei depositi bancari.

Sui Paesi aderenti alla moneta unica grava il pesante handicap di essere disuniti fiscalmente e privi di un meccanismo unico europeo di garanzia dei depositi. Proprio per questi motivi acquista una risonanza altamente positiva l’approvazione della Comunità Europea agli accordi tra Italia ed Ungheria per recuperare credito e solidità delle banche. Poichè siamo ancora lontani dal riscontrare, tra i Paesi europei, l’auspicabile condivisione dei rischi (risk sharing n.d.a.), è stato accolta positivamente la dichiarazione della Commissione Europea che gli accordi raggiunti non sono aiuti di Stato.

Se uno Stato membro dell’Unione Europea – afferma la nota della Commissione Europea – interviene come farebbe un investitore privato ed ottiene una compensazione per il rischio che si assume pari a quella che sarebbe stata accettata da un investitore privato, l’intervento non costituisce assolutamente un aiuto di Stato. Pertanto, le misure proposte da Ungheria ed Italia non comportano aiuti di Stato secondo quanto previsto dalla normativa dell’Unione Europea.

Questa è una vittoria del nostro Ministro delle Finanze, Pier Carlo Padoan e del Commissario alla Concorrenza, Margrethe Vestager, che ha dichiarato: “Le decisioni assunte oggi dimostrano che la normativa dell’Unioone Europea offre agli Stati membri gli strumenti per il risanamento dei bilanci delle banche anche senza il ricorso agli aiuti di Stato“. La Commissione, in tal modo, garantisce esclusivamente che le misure adottate dai governi nazionali non pesino eccessivamente sulla spesa pubblica o non siano di intralcio alla concorrenza.

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