Ucraina, Putin urla al genocidio. Ma dimentica l’Holodomor

Il Premier russo, parlando della decisione di Kiev di togliere il gas ai separatisti, ha parlato di genocidio. Dimenticandosi provvidenzialmente dell'Holodomor, il genocidio del popolo ucraino operato dai sovietici e mai riconosciuto ufficialmente dalla Russia

Ucraina, Putin urla al genocidio. Ma dimentica l’Holodomor

Stanno tenendo banco in queste ore le forti dichiarazioni del Premier russo Vladimir Putin, che accusa-nemmeno troppo velatamente-il governo di Kiev di crimini contro l’umanità. L’Ucraina aveva infatti deciso di tagliare le forniture di gas alle provincie di Donetsk e Luhansk, occupate dai separatisti filorussi, in modo tale da fiaccare l’impeto dei ribelli, nell’ambito del conflitto intestino che sta dilaniando il Paese. Per tutta risposta la Gazprom, azienda russa leader nel settore delle forniture di gas, aveva preso l’iniziativa di rifornire autonomamente le regioni occupate dai filorussi, per ovvie ragioni politiche. A quel punto l’Ucraina si sarebbe rifiutata di pagare la Gazprom, colpevole di vendere al governo di Kiev del gas del quale, però, quello stesso governo non poteva controllare l’erogazione all’interno della propria stessa nazione. L’ultima mossa in questa delicatissima partita a scacchi era stata la minaccia di Mosca di chiudere i rubinetti del gas all’Ucraina, con un possibile coinvolgimento nei mancati rifornimenti dell’intera Europa, per ovvietà geografiche e logistiche di transito della materia prima.

In questo contesto di guerra tiepida, come potremmo definirla, caratterizzata da minacce di embarghi, sanzioni economiche e da sporadiche azioni di guerriglia, il Primo Ministro russo ha deciso di gettare altra benzina sul fuoco: “Non solo c‘è la carestia, non solo l’Osce ha denunciato una catastrofe umanitaria, in più gli tagliano anche il gas. Come si chiama tutto questo? Questo puzza di genocidio”. Parole molto più che forti, quasi parossistiche, che hanno a loro volta il retrogusto caratteristico della propaganda mediatica.

Soprattutto alla luce di quanto accaduto proprio tra Russia ed Ucraina tra il 1929 ed il 1933, con la cosiddetta “dekulakizzazione” del Paese ad opera dei sovietici di Stalin, mediante una politica repressiva che ha condotto alla Grande Carestia del 1932-33, deliberatamente pilotata dalla Russia per sterminare la popolazione ucraina, e distruggerne ogni velleità di resistenza. L’Ucraina, il “grande granaio” della Russia, improvvisamente moriva di fame, al punto da vedere il proliferare sul suo territorio atti di cannibalismo e necrofagia; e mentre il Paese affrontava la più grande carestia di cui avesse memoria, le esportazioni di grano raggiunsero i massimi storici proprio nello stesso periodo. E l’esercito Russo deportava sommariamente chiunque tentasse di opporsi al processo, arrivando a confinare intere comunità nei campi di concentramento.

La strage passò alla storia con il nome di Holodomor, ed è gergalmente nota anche come “Genocidio Ucraino” o “Olocasto Ucraino“. I moderni studi in merito all’accaduto stimano che i russi mieterono dai 3 ai 3,5 milioni di vittime. L’Holodomor è stato ufficialmente riconosciuto quale crimine contro l’umanità dal Parlamento Europeo nel 2008. Ma la Russia, in tutto ciò, si è sempre rifiutata di riconoscere il proprio operato di allora come tale.

Stando a questi presupposti, tenuto conto dell’invasione russa dell’Ucraina, e dei tentativi di Kiev di indebolire i combattenti filorussi che danno battaglia per l’annessione forzata tagliando loro il gas, facendo un parallelismo nemmeno troppo ardito sarebbe come se: la Germania invadesse Israele, Israele tagliasse le forniture del gas agli israeliani schieratisi al fianco della Germania nell’opera di conquista, e la Merkel accusasse gli ebrei di genocidio per aver chiuso i rubinetti. Una situazione semplicemente tragicomica. Tanto più visto il fatto che i ribelli filorussi in questione stanno ancora bombardando le fila dell’esercito ucraino, nonostante l’ufficialità del “cessate il fuoco”, un provvedimento di facciata mai realmente rispettato.

Tornando all’attualità, Putin ha tuttavia espresso la speranza che non si debba arrivare a misure estreme, come il taglio del gas all’intera Ucraina minacciato dalla stessa Gazprom. E l’Unione Europea tenta nel frattempo di mitigare la situazione mediante la richiesta di un accordo trilaterale tra Mosca, Kiev e l’UE per l’appunto. Ma a conti fatti, a delineare la situazione rimangono le parole totalmente inopportune di Putin. Che prima di parlare di genocidio, dovrebbe forse dare un’occhiata a ciò che la Russia sta facendo all’Ucraina. E magari, se non è di troppo disturbo, studiarsi un po’ di Storia.

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