Tracce di monossido nelle bombole dei sub morti a Grosseto

Dagli accertamenti disposti dalla Procura sono state rilevate tracce di monossido anche nel sangue dei sub, oltre che nelle bombole da loro utilizzate. Unico indagato nella vicenda il titolare del diving

Tracce di monossido nelle bombole dei sub morti a Grosseto

Nelle bombole utilizzate dai tre sub morti il 10 agosto mentre stavano facendo un’immersione alle isole Formiche di Grosseto sono state trovate tracce di monossido di carbonio. Dalle notizie fornite dalla Procura di Grosseto ed in base agli accertamenti fatti durante le indagini, le stesse tracce sono state rilevate anche nel sangue dei tre sommozzatori.

Gli accertamenti effettuati sulle bombole sono irripetibili e sono stati eseguiti a Bergamo da alcuni esperti di una ditta lombarda a cui hanno affidato il compito i consulenti della procura di Grosseto. Durante gli accertamenti era presente anche l’avvocato Riccardo Lottini che assiste l’unica persona indagata, Andrea Montrone, il proprietario del diving di Talamone dove i sub avevano preso l’attrezzatura e le bombole. L’avvocato provvederà a presentare al più presto un’istanza per effettuare accertamenti non solo sulle bombole dei sub ma anche sulle 30 bombole che sono già state sequestrate, e perfino sui computer delle vittime che tenevano al polso durante le immersioni. Gli investigatori hanno affermato che le tracce rilevate sono letali e quindi aumentano i sospetti sul titolare del diving.

Dalle autopsie eseguite il 13 agosto sui corpi dei sub erano emerse ipotesi che avvaloravano la morte per avvelenamento. La cosa da capire adesso è questa: come mai le bombole contenevano monossido di carbonio? Due le ipotesi: o il problema nelle apparecchiature è sorto quando sono state caricate, e quindi si è trattato di un errore umano, oppure le bombole sono state ricaricate a bordo dell’imbarcazione con la quale i sub si erano recati alle Formiche.

Grande e incolmabile è il dolore dei familiari, a cui si aggiunge ora anche la rabbia. Il legale che assiste per il momento le famiglie di due defunti, quella di Fabio Giaimo e Gianluca Trevani, continuerà nel perseguire con determinazione e con qualsiasi mezzo consentito dalla legge il grave atto commesso nei confronti dei sub, fino a trovare la verità e a condannare il colpevole. Presto i risultati saranno resi noti e da qui inizierà la battaglia per punire l’esecutore di una simile tragedia, che ha sconvolto i familiari e anche il settore turistico delle isole Formiche.

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