Avevano rubato soldi ai cimiteri per convogliarli – tramite un giro di ricicli – nel conto corrente della società che gestivano. Per questa ragione sei amministratori di AFC sono finiti nel mirino degli inquirenti a Torino. I soldi sottratti indebitamente all’ampliamento dei cimiteri infatti non sarebbero mai stati utilizzati per gli scopi per i quali erano stati stanziati.
Di contro, avevano ingrassato i conti della AFC, la società deputata alla loro gestione. I pubblici ministeri Laura Longo e Gianfranco Colace, in collaborazione con il nucleo dei carabinieri, stanno ora valutando la posizione dei sei amministratori i quali sono stati accusati di peculato per il loro operato.
L’intera vicenda è da ricondursi all’arco temporale che va dai primi mesi del 2009 fino agli ultimi del 2013: oltre quattro anni di sottrazioni indebite di fondi che, protratte nel tempo, avrebbero garantito agli indagati “creste” per decine di migliaia di euro.
Tuttavia l’indagine non è relativa solamente all’erogazione illecita di fondi per i cimiteri – i quali venivano opportunamente attribuiti attraverso somme di piccole dimensioni convogliate nelle buste paga dei diretti interessati – bensì anche a rimborsi relativi ad assicurazioni e trasferte dimostratisi con ogni probabilità gonfiati, per i quali dovranno rispondere tre dei sei indagati.
Tutto era iniziato con un’indagine aperta a causa di una turbativa d’asta in relazione ad un subappalto, ma la società implicata – la SOCREM – era la stessa che si occupava della cremazione dei defunti; da lì polizia e carabinieri sono riusciti ad ampliare lo spettro delle indagini aprendo nuovi filoni d’inchiesta, sino a portare alla luce l’attuale situazione.