Torino, ecco chi sono gli eroi che hanno salvato il piccolo Kelvin

Si chiamano Federico e Mohammed i due giovani ragazzi che, sabato scorso, facendo scudo con il proprio corpo, sono riusciti a proteggere e salvare il piccolo Kelvin dal fiume di persone che gli camminava sopra.

Torino, ecco chi sono gli eroi che hanno salvato il piccolo Kelvin

Gli eroi di Torino hanno un nome ed un cognome: Federico Rappazzo e Mohammad Guyele. Sono due ragazzi di 20 anni che, vedendo un bambino steso per terra e calpestato dalla folla impaurita in piazza San Carlo sabato scorso, sono corsi subito in suo aiuto, estraendolo dalla massa, e chinandosi su di lui, facendo scudo – quindi – con il corpo per proteggerlo fino all’arrivo dei soccorsi. 

L’immagine di Federico che protegge Kelvin diventata ormai virale, perché condivisa dagli internauti sui social network e pubblicata da media e televisione: è forse l’immagine più rappresentativa e la sintesi di ciò che è accaduto a Torino sabato scorso, in occasione della messa in onda sui maxi schermi allestiti in piazza San Carlo della finale di Champions League Juventus-Real Madrid

Federico racconta i drammatici momenti vissuti quella sera a Torino, quando improvvisamente non si sa bene per quale motivo le trentamila persone presenti in piazza hanno incominciato a fuggire, cadendo rovinosamente gli uni sugli altri. Il giovane ha trovato il bambino di sette anni riverso per terra ed in brutte condizioni: con lui anche dei medici del pronto intervento. 

Dopo aver capito che il piccolo non rispondeva più, e presentava delle ferite molto gravi, il giovane ha preso il piccolo Kelvin in braccio, e lo ha portato fino all’ambulanza, per velocizzare il suo trasporto in ospedale.

Ma se Federico ha protetto con il suo corpo il piccolo Kelvin, a tirarlo fuori dalla massa di persone che gli stava di sopra è stato un altro eroe, un giovane senegalese di venti anni di nome Mohammad Guyele, la cui azione è stata determinante per salvare la vita del piccolo. 

Gli ultimi bollettini medici che riguardano il piccolo lasciano sperare per il meglio: infatti, è uscito dal coma farmacologico indotto, non è più intubato ed è vigile, anche se la prognosi non è stata ancora sciolta.  

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