Strage di Ustica, cade oggi l’anniversario: "C’è ancora paura di raccontare la verità"

A 36 anni esatti dalla Strage di Ustica, sono arrivate come di consueto le parole di cordoglio da parte delle istituzioni per quello che è stato uno degli episodi più scandalosi della politica italiana dal dopoguerra ad oggi.

Strage di Ustica, cade oggi l’anniversario: "C’è ancora paura di raccontare la verità"

La Strage di Ustica torna ad invadere la memoria degli italiani, come un macigno che annualmente si ripresenta – ad ogni anniversario – a gravare sulle coscienze mediatiche dei personaggi coinvolti, dai vertici dell’aeronautica a quelli del mondo politico.

Eppure a distanza di 36 anni da quel nefasto 27 giugno 1980, giorno in cui morirono tutte le 81 persone a bordo del DC-9 colpito, nonostante i processi e le sentenze definitive, ancora la verità tarda ad essere ammessa dai diretti interessati. Quel famigerato “muro di gomma” di cui avevano parlato i magistrati persiste, e l’associazione mafiosa responsabile dei depistaggi delle indagini, composta da politici e alti graduati militari, sembra risoluta a mantenere il segreto fino alla fine dei giorni dell’ultimo colpevole.

Il 10 settembre 2011 il giudice civile Paola Proto Pisani del Tribunale di Palermo condannò i ministeri della Difesa e dei Trasporti a pagare 100 milioni di euro in favore di 42 dei familiari delle vittime della Strage di Ustica, concludendo che nei cieli italiani si svolse una vera e propria guerra senza che gli enti preposti alla sicurezza degli spazi aerei nazionali intervenissero.

La connivenza dell’aeronautica italiana era stata peraltro già acclarata in sede processuale, benché i colpevoli avessero poi potuto beneficiare della prescrizione, data la straordinaria lunghezza del processo. “Le nostre democrazie non possono sottrarsi al criterio della verità” ha scritto quest’oggi Sergio Mattarella, in una lettera inviata alla presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della Strage di Ustica.

Un’affermazione che ha fatto seguito ai fiumi di parole pronunciati negli ultimi 36 anni “a favore della verità“, dichiarazioni quasi mai seguite da fatti concreti, quantomeno da parte del mondo politico: la patata bollente ustiona ancora, e nessuno sembra avere realmente voglia di occuparsene, fatto salvo che per quel “triste giorno” in cui cade l’anniversario della strage.

Perché allora le manifestazioni di cordoglio diventano obbligate: “Trentasei anni e c’è ancora chi ha paura della verità. Forse per non dover ammettere di avere raccontato per decenni una storia non vera” ha tuonato il senatore Gaetano Guagliariello. Altre belle parole.

Ma da domani, si potrà cominciare di nuovo ad occuparsi d’altro. Almeno per i prossimi trecentosessantatré giorni. This is the italian way. O forse sarebbe meglio dire c’est la manière italienne?

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