Sequestrati 9 allevamenti: venduti mix di lupo e pastore cecosclovacco

Sono stati sottoposti a sequestro ben 9 allevamenti che vendevano per cane lupo, ibridi di lupo e pastore cecoslovacco; l'incrocio è proibito dall'attuale normativa in vigore poiché considerate razze particolarmente aggressive e pericolose.

Sequestrati 9 allevamenti: venduti mix di lupo e pastore cecosclovacco

Sono in tutto 229 gli animali sottposti a sequestro e 9 gli allevamenti coinvolti, che sono ora finiti nella bufera. Nel mirino del Nucleo della Unità forestale dei Carabinieri è finito in particolar modo un allevamento di Serramazzoni, con l’accusa di aver fatto unire, quindi fatto procreare, ibridi di razze altamente pericolose.

Le razze in questione sono quelle del lupo selvatico e del pastore cecoslovacco. Razze, dunque, che possono diventare molto aggressive e molto pericolose, inserite dalla attuale normativa vigente tra le razze che non devono essere incrociate tra loro.

Ma, in beffa alle regole del buon senso e ancor più alla normativa italiana, nei 9 allevamenti ora, sotto sequestro, venivano dati falsi pedigree che attestavano la purezza ed il pregio di cani che in realtà erano il frutto di un incrocio tra due razze molto pericolose.

Il blitz dei Carabinieri è scattato in 54 province italiane in seguito ad un’indagine che andava avanti da ben tre anni. I lupi selvatici, una razza in via di estinzione e proprio per questo motivo degna di protezione, venivano di fatto prelevati in modo illegale nella zona dei Carpazi, nei Paesi scandinavi ed in Nord America.

Successivamente, venivano fatti accoppiare con esemplari di lupo cecoslovacco e selezionati quindi per ottenre una nuova razza, con un patrimonio genetico unico capace di creare esemplare oltre che belli anche molto pià forti e resistenti a disfunzioni e malformazioni ossee. Ma gli incroci creati sono comunque considerati potenzialmente molto pericolosi, aumentandone di fatto il rischio che questi animali possano accrescere il fattore dell’aggressività.

Venire a capo di questa ennesima truffa ai danni degli animali non è stato sicuramente facile. Solo grazie all’utilizzo di tecniche di identificazione genetica e all’intervento di veterinari e zoologi appartenenti all’Arma dei Carabinieri è stato possibile ricostruire il piano criminale.

Le vittime erano per lo più ignari clienti che acquistavano a caro prezzo – anche fino a cinque mila euro – i cuccioli, ma senza di fatto conoscere il rischio che correvano. Ma alla fine gli animali, sebbene sequestrati, sono rimasti affidati ai loro stessi padroni, a cui ormai si sono affezionati.

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