Rovigo, ricatta il prete dopo il sesso: «Paga o finirai su Facebook»

Condannato per aver ricattato un prete di un Comune della cintura di Rovigo, dopo aver consumato diversi rapporti sessuali col religioso, e aver scattato delle foto come prova.

Rovigo, ricatta il prete dopo il sesso: «Paga o finirai su Facebook»

Il Collegio presieduto dal giudice Silvia Varotto ha condannato, con una sentenza in primo grado a 6 anni e 6 mesi, un cittadino marocchino per aver minacciato un sacerdote di un Comune della cintura di Rovigo di diffondere il materiale fotografico che ritraeva gli incontri sessuali tra i due. Il nordafricano 36enne, Faissal El Hamraoui, avrebbe fotografato gli incontri “hot” avvenuti con il prelato, per poi utilizzare il materiale per estorcere del denaro al sacerdote.

Una volta raccolti i materiali fotografici, l’uomo ha provato ad estorcere al prete dei soldi. Il parroco, una volta compreso il reale rischio di diffusione dei materiali fotografici che l’avrebbero messo alla berlina mediatica, ha deciso di rivolgersi ai carabinieri. Le forze dell’ordine si sono subito mosse, attirando il marocchino in una trappola, per poi arrestarlo.

Le foto – particolarmente piccanti – sono state visionate nel corso dell’udienza del processo. Tra le tante, una in particolare vede il soggetto ritratto in veste adamitica impegnato in un momento di masturbazione reciproca con un altro uomo. L’udienza, presieduta dal giudice Silvia Varotto, ha visto imputati due 36enni di origine marocchina: Faissal El Hamraoui, con l’accusa del reato di furto con strappo, estorsione e tentata estorsione, e Mohammedi Safi, per aver agito come suo emissario.

In linea alla richiesta del pm Andrea Girlando, che ha proposto una pena di 7 anni, il giudice ha optato per una sentenza in primo grado a 6 anni e 6 mesi per Faissal El Hamraoui. L’intero processo è girato attorno ad una foto in particolare, che sarebbe stata scattata ritraendo il sacerdote dalla cintola in su, di spalle, senza vestiti. Questa stessa foto è stata poi utilizzata per estorcere dei soldi al prete, sotto il ricatto di diffonderla sui social network.

Non serve dire che la diffusione di una foto del genere, se diffusa su internet, potrebbe provocare un grande scandalo per il parroco. I fatti da soli sono sufficienti a diffamare la vita di una persona qualunque, ma un prete – che ha la fama di essere molto attivo su questioni di ortodossia liturgica – perderebbe del tutto la propria credibilità. 

Continua a leggere su Fidelity News