Roma, il Procuratore generale accusa polizia e medici: "Stefano Cucchi come Giulio Regeni"

Stefano Cucchi come Giulio Regeni: l'accusa del procuratore generale nei confronti dei medici e degli agenti di polizia che tennero in custodia il 30enne romano è pesantissima. "L'hanno torturato e ucciso".

Roma, il Procuratore generale accusa polizia e medici: "Stefano Cucchi come Giulio Regeni"

Stefano Cucchi come Giulio Regeni: è questa l’analogia, nemmeno troppo provocatoria, lanciata dal Procuratore generale Eugenio Robolino nel corso del processo per la morte del 30enne romano, torturato e ucciso dai carabinieri e dai medici che lo tennero in custodia nell’ottobre del 2009.

E’ un ragazzo che doveva essere gestito, invece venne lasciato a sé stesso. La terapia per lui fu la somministrazione di acqua” ha spiegato Robolino, chiedendo in occasione dell’appello bis 4 anni di reclusione per il primario ospedaliero Aldo Fierro, 3 anni e 6 mesi per gli operatori sanitari Stefania Corbi, Luigi De Marchi Preite, Flaminia Bruno e Silvia Di Carlo.

Le colpe dei medici, a detta del Procuratore generale, sono evidenti: “Se fosse morto il 17 ottobre (il giorno del ricovero, nda) si poteva parlare di una mancanza di responsabilità dei medici, ma la morte di Stefano è arrivata dopo cinque giorni di agonia“. Cinque giorni nel corso dei quali al giovane non è stato effettuato alcun esame, non è stata misurata nemmeno la frequenza cardiaca.

Stefano Cucchi è stato semplicemente abbandonato a sé stesso dai dottori, in barba al più celebre dei principi d’Ippocrate, nell’attesa che morisse spegnendosi da solo. Il rifiuto di prestare al ragazzo le dovute cure è il motivo per cui i medici coinvolti nella vicenda rischiano ora la galera, con il Procuratore che ha sottolineato come il 30enne abbia “subito il lager“.

Stefano Cucchi ha fatto la fine di Giulio Regeni, ucciso dai servitori dello Stato in camice bianco: quell’ospedale fu per lui un lager, quei medici vanno condannati per omicidio colposo“, ha tuonato Rubolino nella sua requisitoria. “Cos’hanno fatto i medici per salvargli la vita? Nulla […] Ad un paziente che stava morendo venivano prescritti solo acqua ed antidolorifici“, ha concluso il PG.

Nel frattempo si rimane in attesa delle perizie riguardanti le indagini sui cinque carabinieri responsabili del terribile pestaggio: tre militari sono indagati per lesioni personali aggravate ed abuso d’autorità, mentre altri due per falsa testimonianza, avendo coperto i colleghi nonostante le loro azioni indegne e scellerate; degne per l’appunto, come sottolineato dal Procuratore, degli squadroni nazisti di un lager.

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