Rom rapisce e violenta ragazzina 13enne. Poi spiega: "E’ il nostro rituale di fidanzamento"

Una ragazzina di 13 anni è stata sequestrata e violentata da un rom 19enne, il quale ha abusato di lei per tre giorni. Arrestato, si è giustificato così: "Io la amo, ma questo è il nostro rituale di fidanzamento".

Rom rapisce e violenta ragazzina 13enne. Poi spiega: "E’ il nostro rituale di fidanzamento"

Una ragazzina di 13 anni è stata rapita, tenuta prigioniera e violentata per tre giorni da un ragazzo rom di sei anni più vecchio, con l’aiuto della zia e della sorella di quest’ultimo. L’orribile vicenda è accaduta a Sant’Angelo Lodigiano (Lodi), dove il giovane risiede insieme alla sua famiglia.

Il motivo dell’orrore sarebbe da ricercarsi, secondo le autorità, in un rituale secolare della comunità rom conosciuto con il nome di “Fugii“; in sintesi l’equivalente dell’antica “fuitina” molto in voga in Italia, specialmente nelle regioni del Sud, fino a qualche decennio fa.

Tuttavia anche in questo caso, come in tutte le società patriarcali e maschiliste, può accadere che lo spasimante non incontri il favore della sua “amata”, ma che parimenti quest’ultima non abbia altra scelta se non sposare l’uomo in questione a prescindere dalla propria volontà.

Ed è proprio quello che è successo questo caso alla ragazzina rapita, incapace di sottrarsi agli abusi del suo aguzzino e della famiglia di lui. Il rituale è semplice quanto crudele: quando un uomo desidera sposare una donna, semplicemente la rapisce da casa sua con l’aiuto di amici e familiari.

Poim, la notte successiva fa con lei del sesso consenziente o la stupra, a seconda della decisione di lei di resistere o meno alle insistenze del corteggiatore. Secondo le tradizioni rom infatti, una volta che un uomo ed una donna dormono insieme per una notte, a prescindere da cosa possa essere successo sono da considerarsi “legittimamente sposati“.

Tant’è che a quel punto si guadagnano automaticamente gli epiteti di “moglie” e “marito” a prescindere dal fatto che la cerimonia ufficiale non sia ancora stata celebrata. Ed ogni violenza o sopruso occorso in precedenza viene consequenzialmente “cancellato” da quella sorta di perverso rituale riparatore.

In questo caso, il 19enne aveva conosciuto la 13enne durante un matrimonio rom celebrato in un capannone ad Abbiategrasso, ed aveva pertanto deciso di rapirla per farne la sua sposa. L’episodio è accaduto lo scorso marzo, e la sera stessa la famiglia della ragazzina aveva fatto denuncia di scomparsa ai carabinieri. Ci sono voluti tre giorni prima che i familiari del ragazzo avvertissero quelli della giovane rapita di quanto era accaduto.

Adesso potete venire a riprendervela“, il succo di quella telefonata. Perché ormai il tutto era stato consumato, dunque per il rituale rom della Fugii i due erano da considerarsi praticamente sposati. Sono stati tre giorni d’inferno, hanno reso noto le Forze dell’ordine, nel corso dei quali la 13enne è stata costretta a subire ogni genere di abuso per compiacere il suo nuovo marito.

Dopo avere consumato la violenza, il 19enne era addirittura fuggito in Romania per sottrarsi alla possibile vendetta organizzata dalla famiglia della ragazza. Ma non appena è tornato a Sant’Angelo Lodigiano, i carabinieri erano lì ad attenderlo.

Insieme a lui sono state arrestate anche la madre e la sorella, complici del rapimento e della carcerazione della ragazzina. Le accuse a vario titolo sono di violenza sessuale su minore, sequestro di persona su minore e sottrazione di minore. Altri tre ragazzi accusati di essere complici del rapimento sono stati invece sottoposti ad obbligo di dimora.

Durante l’interrogatorio, il 19enne ha dichiarato di fronte agli inquirenti di essere innamorato della vittima, e di averla sequestrata e violentata perché “è tradizione, il nostro fidanzamento funziona così“. Ma secondo gli investigatori il quadro potrebbe essere ancora più drammatico, perché non è da escludersi che la famiglia della ragazzina fosse a conoscenza di tutto, ed abbia lasciato fare per “maritarla“.

Il consigliere regionale Pietro Foroni, nel commentare la vicenda, ha parlato di una “situazione incredibile, un distacco culturale distante anni luce dai principi di libertà, rispetto e convivenza che appartengono all’Occidente”

“Non si può parlare di integrazione – ha sostenuto Foroniquando mancano anche quei valori fondamentali da cui partire […] stiamo arrivando ad un degrado culturale senza precedenti“.

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