Ragazza investita in tangenziale: l’auto andava a quasi 200 km/h

Versioni contrastanti tra quanto raccontato da Mattia Sammartino agli inquirenti e quanto rilevato dalla polizia stradale. Anche se ancora da accertare, pare che l'auto viaggiasse a quasi 200 km/h.

Ragazza investita in tangenziale: l’auto andava a quasi 200 km/h

I rilievi effettuati dalla polizia stradale intervenuta sulla tangenziale del capoluogo emiliano all’altezza dell’uscita 12 in direzione Casalecchio di Reno, luogo dell’incidente in cui un’auto ha investito la moto guidata dalla ventinovenne Marialaura Dibenedetto e in cui, a conseguenza dell’urto e della caduta, la ragazza ha sbattuto la testa e quindi perso la vita, sembrano andare in direzione opposta rispetto a quanto ha affermato Mattia Sammartino, il ragazzo di 23 anni residente a Marzabotto e ora indagato per omicidio stradale, davanti al giudice.

L’incidente era avvenuto poco dopo le 23 di venerdi 14 aprile 2017 sotto gli occhi dei genitori della ragazza, che si trovavano a poca distanza.

Secondo gli avvocati che lo assistono, il ragazzo stava procedendo ad una velocità non superiore ai 90-100 chilometri orari, quindi ad una velocità consentita in tangenziale, quando si è trovato davanti improvvisamente la moto della ragazza, che avrebbe sterzato sorpassando un’auto. Inoltre, sempre secondo gli avvocati, Mattia Sammartino quella sera era di ritorno da un incontro con alcuni amici e aveva bevuto soltanto una birra da 33 cc, motivo per cui non non sarebbe stato ubriaco.

Secondo la polizia stradale intervenuta sul luogo dell’incidente, le cose sarebbero però andate in maniera completamente diversa.

L’ipotesi, fondata sui segni della frenata e sui danni ai veicoli, sarebbe quella secondo cui la velocità dell’auto sarebbe stata attorno ai 200 chilometri orari. Per quanto riguarda il tasso alcolico presente nel corpo del ragazzo, questo sarebbe stato di 2.41 grammi su litro, un valore altissimo rispetto al limite consentito.

Anche se i legali che difendono il ragazzo lo negano, gli inquirenti stanno poi verificando se la vettura del ragazzo abbia subito delle modifiche da agosto 2016, periodo a cui risale l’immagine dell’auto sul profilo Facebook del ragazzo, ad oggi.

Al vaglio della polizia stradale ci sono anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza. Intanto il ragazzo piange davanti al giudice dicendo di non darsi pace per quanto accaduto e che vorrebbe, un giorno, parlare con i genitori della ragazza per chiedere scusa e perdono.

 

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