Non ci sono buone notizie per i quota 96, essi dovranno ancora lavorare prima di potere accedere alla pensione. A stabilirlo è l‘Inps. Gli esodati, che sono la categoria sorta con la legge Fornero, non hanno trovato collocazione all’interno della legge di stabilità.
Il vero problema sta nel non conoscere quanto sia vasta la platea degli appartenenti alla quota 96. Non è quindi possibile, senza dati precisi, riuscire a fare una stima degli eventuali costi che si dovrebbero sostenere. Per i docenti appartenenti a questa fascia il futuro si preannuncia incerto e l’uscita dal mondo del lavoro si allontana sempre più.
Docenti e quota 96: la pensione è lontana
Circa 5 anni fa diversi migliaia di docenti avevano fatto richiesta di uscire dal mondo del lavoro. E’ subentrata la legge Fornero che non ha tenuto conto dei docenti; essi hanno solo una finestra per potere uscire dal mondo del lavoro; tale data si colloca tra il 31 agosto e il 1° settembre.
E’ stato, infatti, aumentato di sei anni il numero dei contributi che essi devono versare. In seguito ad un’interrogazione condotta dal M5S, l’Inps ha affermato che non è possibile fornire indicazioni specifiche poiché non si conosce l’esatto numero degli appartenenti a questa platea.
E’ necessario quindi, per potere fornire una risposa certa, prendere in esame ogni singolo caso. Il procedimento si annuncia molto lungo e difficile. Usare Istanze on line per cercare di raccogliere quanti più dati possibili, forniti dagli stessi insegnanti sulla loro carriera, sarebbe stata la soluzione ideale; nulla però è stato fatto e il malcontento generale aumenta.
Il Movimento 5 Stelle continua la sua battaglia per riuscire a ottenere giustizia per i docenti esodati figli della legge Fornero; le promesse fatte al governo Renzi sono state molte, ma finora per i docenti non è stato fatto nulla e migliaia di loro sono costretti a continuare a lavorare e attendere nuove disposizioni di legge.