Pavia, le prostitute al mare d’estate per ripristinare i guadagni perduti

Gli aguzzini sfruttavano una settantina di prostitute e investiva i guadagni nel traffico di stupefacenti. L'organizzazione operava in diverse regioni: 40 persone sono state arrestate tra Belgio, Germania, Romania e Albania

Pavia, le prostitute al mare d’estate per ripristinare i guadagni perduti

Un’operazione internazionale contro lo sfruttamento di prostitute eseguita dai carabinieri di Pavia, coordinati dalla Procura della città lombarda, ha permesso di scoprire un’attività di prostituzione che costringeva alcune ragazze a trasferirsi nelle località di villeggiatura d’estate per ricompensare i guadagni perduti durante le giornate in cui battevano la fiacca. I carabinieri  hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 40 persone nelle città di Asti e Macerata, e anche all’estero, precisamente in Romania, in Belgio, in Germania e in Albania.

A queste persone, tra cui ci sono romeni, albanesi e italiani, vengono contestati i reati di associazione per delinquere con scopo di reclutamento e induzione alla prostituzione. Le accuse includono anche i reati di favoreggiamento con l’aggravante della transnazionalità. Gli organizzatori costringevano circa settanta donne maggiorenni e straniere a raggiungere d’estate le località di villeggiatura più rinomate come Sanremo, Rimini, Lignano Sabbiadoro, Jesolo, e imponevano loro di prostituirsi con i turisti per pagare il soggiorno, in modo da recuperare così le entrate perse proprio a causa dello svuotamento delle città. L’esodo dalle città infatti le rendeva vuote e si sarebbero così perse le entrate nelle tasche degli sfruttatori.

L’operazione, denominata ‘Alba nostra 2′, è stata la conseguenza di un’ indagine iniziata due anni fa, il 7 marzo 2013, durante la festa della donna: quel giorno erano state eseguite 40 ordinanze di custodia cautelare, e tra queste 34 erano in carcere e sei ai domiciliari. Le ordinanze erano state emesse nei confronti di 23 romeni, otto albanesi, quattro egiziani e cinque italiani. Degli imputati 37 su  43 hanno scelto di patteggiare le pene fino a tre anni e sei mesi di reclusione. Altri sei imputati che avevano ricevuto l’ordinanza cautelare sono stati condannati con rito abbreviato. Il risultato delle pene era atsato comunicato il 22 gennaio 2014 dal gup pavese Carlo Pasta, e la somma delle pene disposte agli imputati arrivava ad un totale complessivo di quasi un secolo di carcere.

Le donne venivano sfruttate e gli organizzatori imponevano loro di lavorare anche ad orari continuati per recuperare gli affari perduti. La loro vita era in mano agli aguzzini, e il loro arresto ha dato un po’ di respiro alle prostitute.

Continua a leggere su Fidelity News