Papa Francesco prega per le vittime di Dacca: "Siamo agnelli in mezzo a lupi"

Papa Francesco ha pregato a lungo per le vittime di Dacca ed i loro familiari durante l'Ave Maria, nonostante una forte tosse abbia messo a dura prova il suo impegno oratorio: "Che dio possa convertire i cuori dei violenti".

Papa Francesco prega per le vittime di Dacca: "Siamo agnelli in mezzo a lupi"

Papa Francesco ha dedicato una maxi preghiera domenica scorsa alle vittime di Dacca ed ai loro familiari, coinvolti in una tragedia senza confini né nazionalità. Il pontefice nel corso dell’Ave Maria ha arringato la folla in piazza San Pietro, facendo seguire al consueto Angelus questa richiesta: “Preghiamo insieme per i defunti, e chiediamo al Signore di convertire i cuori dei violenti accecati dall’odio“.

Papa Francesco si è quindi dedicato alla trattazione del compito del missionario, ritenendo le persecuzioni ai danni dei cristiani nel mondo un’opera di Satana, e citando il celebre passo biblico attribuito a Gesù nella tradizione biblica: “Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi“.

Quella frase, ha spiegato il pontefice: “E’ chiarissima: l’ostilità è sempre all’inizio della persecuzione dei cristiani, perché sa che la missione è ostacolata dall’opera del Maligno“. La mano degli stragisti di Dacca dunque, i fondamentalisti islamici che hanno massacrato 20 persone tra i quali 9 italiani, sarebbe dunque stata mossa dal diavolo in persona secondo il pontefice.

Bergoglio ha poi ricordato che per “costruire il paradiso” è necessario lavorare alacremente giorno dopo giorno, e che la volontà di costruire deve prevalere sull’istinto a distruggere. “I missionari – ha ripreso Papa Francesco – non solo quelli che vanno lontano, portano a tutti una buona parola di salvezza, e per farlo devono essere liberi dai condizionamenti“.

La predica è dunque declinata verso una denuncia nei confronti di chi sfrutta la posizione privilegiata della Chiesa per arricchirsi e fare il proprio tornaconto, anziché per veicolare messaggi di carità: “Bisogna abbandonare ogni motivo di vanto personale, di carrierismo o sete di potere, e farsi umilmente strumenti di Gesù“.

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