Papa Francesco afferma: "Il prossimo non ha nazionalità, è ovunque e chiunque"

Papa Francesco è tornato a parlare del dramma dei rifugiati, anche se indirettamente, pontificando sulla necessità di amare il prossimo a prescindere da religione e nazionalità: "Il prossimo è chiunque".

Papa Francesco afferma: "Il prossimo non ha nazionalità, è ovunque e chiunque"

Papa Francesco sottolinea che il prossimo sia chiunque ed ovunque. Il “prossimo” in questione è ovviamente una qualsiasi ipotetica persona sulla faccia della Terra, e si tratta di una palese citazione della parabola del Samaritano, alla quale il Pontefice ha attinto a piene mani per imbastire la sua orazione quotidiana.

Il messaggio principale contenuto nel sermone papale è limpido: il prossimo non ha religione o nazionalità, pertanto è ipocrita – da parte dei fedeli alla Chiesa – stilare una classifica dei “prossimi cristiani” e dei “prossimi figli di un dio minore“. Papa Francesco ha infatti ricordato che lo stesso Gesù, nelle sue invocazioni, invitava ad amare ogni altro essere umano senza riserve legate al senso d’appartenenza territoriale o religioso.

Le parole del Pontefice sono arrivate in concomitanza con l’udienza tenutasi presso piazza San Pietro. “Un dottore della legge pone a Gesù una domanda: ‘Chi è il mio prossimo?’, e sottintende: ‘I miei parenti? I miei connazionali? Quelli della mia religione?’; vuole dunque una regola per classificare ‘prossimo’ e ‘non prossimo’.“.

La citazione di Papa Francesco vuole dunque essere un ammonimento a tutti quei cristiani che, mossi da un profondo sentimento sciovinista o di radicalizzazione religiosa, s’interrogano sulla possibilità di degradare membri di altri religioni o Stati allo status di “meno prossimo” rispetto a chi, con loro, condivide fede e nazionalità.

E per farlo ripropone appunto, come si diceva, la parabola del buon Samaritano, che inizia così: ci sono “Un sacerdote, un levita ed un samaritano. I primi due sono figure legate al culto del tempio, il terzo un ebreo scismatico considerato straniero, pagano ed impuro“. La prosecuzione della salmodia è ben nota anche ai non credenti: i tre incontrano un moribondo assalito dai criminali, ma solo il samaritano gli presta soccorso.

Con questa rievocazione di un classico della cristianità, Papa Francesco ha voluto ricordare che: “Non è automatico che chi frequenta la casa di Dio e conosce la sua misericordia, sappia amare il prossimo […] Non dimentichiamolo mai: di fronte alla sofferenza di tutta questa gente sfinita da fame, sofferenza e ingiustizie, non possiamo rimanere spetatori. Ignorare la sofferenza degli uomini equivale ad ignorare Dio“. 

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