Palermo: insegnante picchiato dai genitori di uno studente

Un professore di Palermo è finito in ospedale perché vittima di una terribile aggressione da parte dei genitori di un suo alunno, che lo hanno preso a calci e pugni davanti scuola

Palermo: insegnante picchiato dai genitori di uno studente

Doveva essere una giornata di scuola come tante altre all’Isituto Comprensivo Statale “Antonino Caponnetto” di Tommaso Natale, una zona periferica della città di Palermo, invece si è rivelato una tragedia, causata da una vera e propria spedizione punitiva fatta da una coppia di genitori ai danni di un insegnante.

Il professore di scienze e matematica come sempre giungeva a scuola a bordo del suo scooter, ma stavolta ad aspettarlo c’erano quattro persone adulte, che gli hanno teso un vero e proprio agguato nel parcheggio antistante la scuola, colpendolo in ogni dove e noncuranti della presenza degli studenti e degli altri insegnati, che si apprestavano ad entrare nell’edificio scolastico, prima del suono della campanella.

Una ferocia inaudita rivolta ad un insegnante la cui unica colpa, se possiamo definirla tale, è stata quella di aver rimproverato il figlio della coppia qualche giorno prima, a causa del suo temperamento eccessivamente irruento. Una cosa che gli è costata cara, molto cara e che lo ha portato dritto in ospedale con traumi sparsi.

Per i genitori e i due amici, che sono stati prontamente identificati dalle forze dell’ordine, l’accusa ora è di lesioni aggravate. Alcuni insegnanti, colleghi della vitima, hanno denunciato il loro stato d’animo di grande apprensione e demotivazione dopo quanto accaduto, perchè non è facile lavorare serenamente quando si entra a contatto con realtà difficili come quella.

La vittima, 49 anni, ha avuto una prognosi di 5 giorni che sta trascorrendo tra le mura domestiche, anche se si dichiara molto preoccupato per quello che sarà il suo rientro in quell’ambiente e l’inevitabile contatto con quelle stesse persone. Il fatto è arrivato perfino al Ministero dell’Istruzione, che ha definito la questione come un fatto di inaudita gravità, ribadendo come la scuola dovrebbe essere un luogo sereno e felice sia per gli alunni, ma anche per i professori che ci lavorano.

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