Picchiavano, maltrattavano e torturavano i pazienti disabili: per questa ragione 10 operatori sanitari sono stati arrestati a Grottaferrata, alla periferia di Roma, ed accusati di maltrattamento aggravato e sequestro di persona. Si tratta dell’ennesimo caso di violenze ai danni di persone incapaci, arrivato a pochissima distanza da quello della maestra d’asilo che torturava i bambini per divertimento esploso la scorsa settimana.
Tutto è nato in seguito ad alcune segnalazioni fatte pervenire ai carabinieri del Nas, i quali hanno prontamente avviato un’indagine sui metodi “poco ortodossi” che gli operatori sanitari del centro di riabilitazione neuropsichiatrico di Grottaferrata utilizzavano per mantenere il controllo sui pazienti disabili.
Erano sedici in tutto le vittime di quel centro, che chi lo gestiva aveva tasformato in una sorta di lager, un piccolo regno del terrore all’interno del quale tutto era concesso. L’eco delle violenze era arrivata sino ai vertici della società responsabile della struttura, i quali avevano provveduto ad avvertire i militari agli inizi del 2015.
Le indagini degli inquirenti, durate circa tre mesi, hanno portato alla luce un quadro agghiacciante: i ragazzi (tutti di età compresa tra gli 8 ed i 20 anni, ed affetti da vari disturbi come ritardo mentale, malformazioni genetiche ed epilessia) venivano quotidianamente picchiati, torturati, strattonati ed insultati dagli operatori.
Questi ultimi li obbligavano inoltre a mangiare in maniera straordinariamente rapida, pena la sottrazione del cibo, senza impietosirsi nemmeno quando i giovani disabili rischiavano di soffocare nel tentativo di ingozzarsi per paura di subire ulteriori botte ed umiliazioni.
Al termine dell’inchiesta la procura di Velletri, nella persona del gip Gisberto Muscolo, ha disposto 10 provvedimenti restrittivi (una custodia cautelare in carcere, ed altri 9 arresti ai domiciliari).