Omicidio di Budrio: decifrato il DNA del killer

Ora gli inquirenti sono in possesso del DNA del killer che sabato 1 aprile 2017 ha freddato con un colpo di pistola il barista Davide Fabbri. Intanto le indagini e le ricerche continuano.

Omicidio di Budrio: decifrato il DNA del killer

Sono arrivati i primi risultati sulle analisi effettuate dai Ris di Parma sulla traccia di sangue lunga 40 centimetri che è stata trovata all’interno del “Bar Gallo” nella frazione Riccardina di Budrio, in provincia di Bologna, dove durante la serata di sabato 1 aprile 2017 il titolare Davide Fabbri, di 52 anni, è stato ucciso durante un tentativo di rapina con un colpo di pistola da un killer armato di fucile e pistola.

Gli esperti sono riusciti a distinguere due profili di DNA, uno del titolare del bar e uno appartenente al suo killer, che, disarmato del fucile, ha pensato bene di fare fuoco usando una pistola da pochi centimetri di distanza dal barista, che è morto sul colpo.

Inizialmente gli inquirenti avevano il timore che nella traccia di sangue si potesse riscontrare soltanto il DNA della vittima, mentre invece, a quanto pare, almeno da questo punto di vista gli investigatori possono ritenersi fortunati: infatti, Davide Fabbri e il suo killer hanno lottato piuttosto duramente, ragione per cui quest’ultimo è probabilmente rimasto ferito.

Sotto le unghie del barista è stato ritrovato del materiale che potrebbe essere pelle del suo assassino. A questo punto, gli inquirenti si augurano un secondo colpo fortunato, ovvero che il profilo del DNA che è stato repertato si trovi anche nella relativa banca dati delle forze dell’ordine.

Questa purtroppo non è una cosa ovvia, considerando che, a differenza di quanto riguarda le impronte digitali, l’aggiornamento sistematico delle banche dati del DNA è iniziato solo da pochi anni.

Aver prelevato il DNA del killer consentirà in ogni caso agli investigatori di confrontarlo con quello di un eventuale sospettato dopo averglielo prelevato.

In cima alla lista dei possibili responsabili dell’omicidio c’è Igor Vaclavic, un ex militare russo di 40 anni che ha militato nella Fanteria dell’Armata Rossa, che conosce 5 lingue e che ultimamente è stato riconosciuto dalla guardia giurata di Consandolo, in provincia di Ferrara, come l’autore del colpo durante il quale gli è stata rubata la pistola argentata.

Intanto è tuttora in corso una battuta tra i casolari abbandonati della zona.

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