Non vogliono essere serviti da cameriere di colore: cacciati dal bar

Laura Cioetto, studentessa di Montagnana in provincia di Padova, ha cacciato dal bar dove lavorava i due anziani clienti che avevano rifiutato di farsi servire da un cameriere di colore

Non vogliono essere serviti da cameriere di colore: cacciati dal bar

Laura Cioetto, in breve tempo, è diventata una vera e propria eroina nell’opinione pubblica. Un’eroina per coloro i quali credono che il razzismo sia un male da estirpare, in questo mondo, e che non bisogna giudicare a priori, specialmente se il giudizio dipende dal colore della pelle. E Laura Cioatto non ha avuto paura di far diventare questa idea un atto concreto, eccome se concreto!

“Il rispetto è il primo mattone su cui far crescere qualsiasi tipo di rapporto, lavorativo o di amicizia”: è questo il messaggio lanciato da Laura, che spiega così il suo gesto che, in breve tempo, ha fatto il giro del web. La ragazza, infatti, cameriera in un bar del centro del suo paese, ha cacciato dal locale due anziani. Detta così, non proprio un gesto nobile, ma il motivo lo era eccome: i due, infatti, avevano rifiutato di essere serviti da un suo collegaNon vogliamo essere serviti da una persona di colore”, queste le parole dei due anziani, che hanno scatenato lo sdegno della giovane ragazza, che ha risposto per le rime: potete pure andare via, qui non serviamo clienti razzisti”.

E in breve, la notizia ha fatto il giro del paese e dell’Italia intera, facendo sì che la ragazza ricevesse tantissimi mazzi di fiori da tanti suoi concittadini, commossi dal nobile gesto della giovane cameriera. “Per quanto riguarda ciò che è accaduto, vorrei che passassero solo i bei valori che ci stanno dietro al di là di me, del ragazzo o dei due signori protagonisti del fatto. Alla base di tutto ci deve essere il rispetto per ogni persona, aspetto fondamentale per instaurare un rapporto con chiunque ci capiti davanti, sia esso un nostro conoscente, parente o un perfetto sconosciuto”. Parole sante.

“Sarebbe stato bello restare nell’anonimato ma in una piccola cittadina com’è Montagnana era quasi impossibile! Penso che la maggior parte di voi avrebbe reagito come me, quindi non credo sia il caso di enfatizzare ulteriormente l’accaduto, seppur sia servito a sensibilizzare e smuovere gli animi di molti di noi. Come mi ha insegnato qualcuno, “Il bene si fa in silenzio, tutto il resto e’ palcoscenico. Chapeau!

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