Napoli: arrestati rete di falsari appartenenti al “Napoli Group”

I falsari coinvolti nell'operazione dei carabinieri sono 56. Il "Napoli Group" forniva anche lezioni su come contraffare le banconote. Falsificato anche un pezzo da 300 euro, spacciato poi in Germania

Napoli: arrestati rete di falsari appartenenti al “Napoli Group”

I carabinieri della compagnia di Napoli hanno eseguito una rete di arresti per spaccio di banconote false che ha riguardato diversi appartenenti del “Napoli Group”. Ad essere tratti in arresto 56 persone con l’accusa di associazione a delinquere, riproduzione e spaccio di monete false nello Stato e falsificazione di valori di bollo. Gli appartenenti alla banda erano in contatto con le gang criminali di tutta Europa, e non solo: a questi i falsari partenopei insegnavano come si falsificavano le banconote, che poi venivano spese anche in molti paesi dell’Africa come Algeria, Tunisia e Senegal. Dei 56 arrestati  29 riguardano provvedimenti di custodia in carcere, 10 quelli ai domiciliari, 12 sono provvedimenti che vietano la dimora e 5 hanno l’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria. 

Questa specie di banda chiamata Napoli Group si occupava di stoccare le banconote false, trasportarle e diffonderle. Durante gli arresti i carabinieri hanno scoperto e sequestrato una stamperia ad Arzano e una zecca a Gallicano. Dalle indagini è emerso che la banda aveva addirittura stampato una banconota da 300 euro, inesistente sul mercato, che però è stata cambiata in Germania. Nella vicenda è coinvolta la madre della piccola Fortuna, la bambina abusata che morì in seguito ad una caduta a Caivano. La madre, Domenica Guardato, è accusata di aver acquistato ingenti quantità di banconote false da Giuseppe Manzo e di averli rivenduti a numerosi clienti che poi li spendevano durante gli acquisti quotidiani. La donna è stata raggiunta dal divieto di dimora, e entro sei ore deve andare via. 

Mimma Guardato ha negato di essere coinvolta nella vicenda, e nega anche di aver rapporti con l’ex marito che al momento si trova in carcere. Il procuratore di Napoli Giovanni Colangelo ha dichiarato che le indagini non hanno rivelato collaborazioni tra il Napoli Group e i clan camorristici,+ e l’ipotesi fatta all’inizio è risultata infondata. Invece il procuratore e altri magistrati hanno ritenuto opportuno fare una sollecitazione per cambiare l’attuale legge per fare in modo che siano approfondite le indagini sui falsari e siano condotte in maniera più organizzata. Ciò consentirebbe di sgominare in tempi minori i delinquenti che mettono in commercio inutile e controproducente carta straccia.

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