Milano: condannati i tre che aggredirono il capotreno col machete

Quattordici anni di carcere per il salvadoregno che colpì Di Napoli, il capotreno che l'11 giugno venne preso di mira da un gruppo di ragazzi e fu attaccato con un machete, rischiando di perdere un braccio

Milano: condannati i tre che aggredirono il capotreno col machete

E’ esemplare la pena decisa dal Giudice per le indagini preliminari Alfonsa Ferraro per José Ernesto Rosa Martinez, il salvadoregno che lo scorso 11 giugno colpì il capotreno Carlo Di Napoli con un machete, che ha rischiato di perdere il braccio. Ancora più dura la pena per Javier Lopez Trivino, condannato a 16 anni. E’ stato lui, infatti, ad essersi avventato sul capotreno, dando inizio a quell’escalation di violenza che stava costando la vita a Carlo Di Napoli alla stazione di Villapizzone.

Dalle indagini è stato accertato che i due ragazzi, insieme al loro gruppetto di amici che quel fatidico 11 giugno erano sul treno, facevano parte della gang MS 13, gang criminale radicalizzata a Los Angeles ma che opera in tutto il mondo. Gli altri ragazzi, invece, sono stati identificati come appartenenti alla gang ‘Mara Salvatrucha‘, una gang di latinos. L’aggressione non interessò solamente Di Napoli, ma anche un suo collega che intervenne per salvarlo e che, fortunatamente, non riportò traumi.

Durante le indagini, però, Ernesto Rosa Martinez, condannato a 14 anni, ha aiutato le forze dell’ordine, dopo essere stato riconosciuto ed arrestato, ad intercettare gli altri membri della banda che erano presenti quella sera sul treno. All’aggressione, va ricordato, partecipò anche un terzo ragazzo, Andres Lopez Barraza, che è stato condannato ad 11 anni per aver fornito al maggiore imputato il machete col quale avrebbe attaccato il povero capotreno.

In aula era presente Carlo Di Napoli che, dopo la lettura del verdetto del giudice, ha commentato alla stampa dicendo che ‘le pene inflitte erano giuste’.  Inoltre gli imputati devono pagare un risarcimento al capotreno ma che non potrà mai lenire i mesi di sofferenza che ha dovuto passare e che ancora non sono terminati. Di Napoli ha espresso il desiderio di ritornare il prima possibile al lavoro, ringraziando colleghi ed amici per il supporto ricevuto durante la lunga degenza e la riabilitazione, ancora in corso.

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