L’italiana che ama l’Islam e fedele sostenitrice della Jihad

Un grande risultato nella lotta contro l'islam è stato raggiunto dalla Digos di Milano nella vasta operazione anti terrorismo che ha portato all'arresto dei famigliari di Maria Giulia Sergio, la 27enne napoletana fedele sostenitrice dell'Isis.

L’italiana che ama l’Islam e fedele sostenitrice della Jihad

Cinque i famigliari di Maria Giulia Sergio arrestati dalla Digos di Milano nella vasta operazione contro il terrorismo internazionale. Il padre Sergio Sergio, la madre Assunta Buonfiglio, la sorella Marianna Sergio e due zii albanesi del marito della giovane italiana fan dell’Isis. Mentre la stessa Maria Giulia Sergio, Haik Bushura (cittadina canadese) e Donika Cocu, Serjola Kobuzi e Aldo Kobuzi (tutti cittadini albanesi) c’è un mandato di arresto internazionale che pende sulle loro teste.

Maria Giulia Sergio, originaria di Torre del Greco, si era convertita all’Islam nel 2007 con il nome di Fatima Al Zahra sposando un cittadino marocchino. Quasi come, affermazione assoluta, della sua adesione all’Islam, la donna aveva pubblicato sul suo profilo Facebook foto di donne che indossavano il velo integrale prima di partire per la Siria per combattere a fianco dell’Isis.

Lei si augurava per l’Islam la vittoria sui miscredenti. Dopo la separazione dal marito marocchino ritenuto troppo moderato, sposa un cittadino albanese estremista islamico e dopo aver preso da Roma un volo verso Istanbul da lì oltrepassa il confine per dirigersi in Siria e unirsi ai combattenti dello Stato Islamico.

Dagli sms intercettati si legge che la Sergio aveva esultato per la strage di Parigi e l’uccisione dei vignettisti di Charlie Hebdo trucidati nell’agguato islamico perpetrato dai fratelli Saïd eChérif Kouachi il 7 gennaio 2015. Così scriveva: “Habibty Allahu Akbar sono morti i vignettisti che si burlavano del Messaggero pace e benedizione su di lui… !!!”

Nei social la Sergio aveva più volte manifestato la sua assoluta obbedienza nei confronti dell’Islam e dei suoi precetti. L’operazione anti terrorismo condotta dal procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli, responsabile del dipartimento Antiterrorismo, ha sicuramente rappresentato per l’Italia una grande vittoria. Lo stesso Romanelli in un intervento ha dichiarato che questa operazione costituisce risposta giudiziaria importante e si è scoperto che sta avvenendo una forte migrazione dall’Europa verso il Califfato islamico.

Questa inchiesta si è sviluppata grazie all’intercettazione di una utenza turca di un importante coordinatore dell’Isis che ha il compito di smistare tutte le persone in arrivo e dirigerli verso lo Stato islamico. Tali intercettazioni hanno rivelato “consigli pratici” che un “buon combattente Isis” deve rispettare, come ad esempio:

  1. non usare telefoni di ultima generazione ma solo telefoni di vecchio tipo;
  2. procurarsi schede locali e buttare la scheda vecchia ed infine portarsi un solo bagaglio per non avere dietro troppi ingombri.

Le motivazioni che spingono i reclutatori e i nuovi combattenti a lottare in nome dell’Isis sono di varia natura non solo religiosa ma anche economica.  All’interno dell’organizzazione dell’Isis c’è un complesso organigramma nel quale ognuno ha il proprio ruolo e compito.

Questa importantissima operazione anti terroristica ha fatto luce su elementi decisi che senza dubbio porteranno benefici alla lotta contro l’integralismo islamico.

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