Killer di Budrio, Comandante Alfa: ecco perchè non riusciamo a prenderlo

A poche ore dalla pubblicazione delle immagini dell'assassinio di Budrio, il Comandante Alfa spiega quali sono le problematiche legate alla mancata cattura, dopo trentasette giorni di latitanza nel ferrarese, del killer.

Killer di Budrio, Comandante Alfa: ecco perchè non riusciamo a prenderlo

Sono 37 i giorni che si dà la caccia al killer di Budrio, che abbiamo per molti giorni chiamato “Igor il russo”, prima di conoscere la sua vera identità, ovvero Norbert Fehrer. 

In queste ore, è stato condiviso dalle forze dell’ordine il video dell’assalto nel ristorante di Budrio, dove il killer ha ucciso Davide Fabri. Immagini in cui si vede nettamente il tentativo del gestore del locale non solo di difendersi, ma di mettere al riparo anche i clienti presenti al momento dell’incursione, conclusasi poi con la morte del proprietario, e la fuga di Igor. 

Una reazione disperata, quella di Davide Fabri, che riesce – non si sa come – a strappare dalle mani il fucile brandito dal killer, per poi tirarglielo dietro come fosse una mazza, e per ripararsi. Igor cerca riparo nella stanza accanto, dove poi tirerà fuori la pistola con cui metterà a segno il colpo mortale

È passato più di un mese da quei tragici e dolorosi momenti, ma Igor non è stato ancora catturato. Perché? A questo ha risposto il Comandante Alfa, che è impegnato in prima linea nelle ricerche e che tenta di dare una spiegazione alla così tanto prolungata latitanza dell’assassino di Budrio

Igor è un uomo pericoloso perché spara, quando è costretto a farlo“, dice il comandante Alfa, nascosto dietro ad un passamontagna per non farsi riconoscere. “Il killer non è un professionista, cui si aggiunge il fatto che l’uomo conosce bene il territorio dove si nasconde. 

Ma la cosa che lascia perplessi è il fatto che molte persone, per paura di Igor, lasciano generi alimentari e vestiti puliti la notte davanti casa: un modo per essere graziati da chi non ha avuto timore a premere il grilletto per più di una volta. Un gesto, che – dice il comandante – di fatto contribuisce alla sua latitanza, che così facendo può durare ancora molto a lungo. 

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