Isis, “kapo” e schiave del sesso: ecco le jihadiste occidentali

Quaranta donne australiane si sono unite all'Isis, ed il Ministro degli Esteri dell'Australia lancia l'allarme: molte di loro fanno richiesta di entrare nella polizia religiosa, incaricata di torturare le donne che infrangono le regole della Sharia

Isis, “kapo” e schiave del sesso: ecco le jihadiste occidentali

Una delle vicende che stanno facendo più discutere nell’ultimo periodo, è quella relativa agli occidentali che decidono di unirsi ai fondamentalisti islamici dell’Isis, abbracciando la loro visione di una politica globale totalitaria, sanguinaria ed estremista. I familiari dei foreign fighters sono spesso i primi ad essere scioccati da questo genere di avvenimenti, essendo stati probabilmente miopi dinanzi al progressivo manifestarsi più o meno latente di una condotta anomala, deviata dagli allucinati sofismi della propaganda jihadista. Una delle ultime notizie in questo senso riguarda un gruppo di circa 40 donne australiane, già ribattezzate dai media “le spose jihad”, recatesi in Iraq ed in Siria in gran segreto per unirsi ai fondamentalisti islamici.

Il Ministro degli Esteri australiano Julie Bishop ha parlato così di questo preoccupante fenomeno: “Un numero crescente di giovani donne si unisce all’Isis, nonostante vengano usate come schiave del sesso ed in alcuni casi come kamikaze […] E’ contro la logica, dato l’atteggiamento dell’Isis verso le donne. Se non bastassero le uccisioni e le esecuzioni-ha continuato la Bishop-l’Isis ha pubblicato istruzioni sul trattamento delle schiave del sesso, che includono stupri e percosse. Neanche le bambine sono immuni, le istruzioni incoraggiano attacchi sessuali su ragazzine che non hanno raggiunto la pubertà”. Eppure, le moderne anti-suffragette che vorrebbero riportare il mondo ad un nuovo stato di oscurantismo e terrore religioso, sembrano non farsi alcuna remora nel partire alla volta dello Stato Islamico.

Secondo le statistiche, almeno un quinto dei foreign fighters impegnati a fianco delle forze dell’Isis è composto da donne, e si stima che circa 500 di esse provengano proprio dai Paesi occidentali. Una vera e propria mazzata sui denti per tutte coloro che, nel corso della Storia, si sono battute (e battuti) per l’emancipazione femminile, offrendo non di rado anche la propria stessa vita, in cambio di un briciolo di uguaglianza in più per tutti.

Anche e soprattutto in virtù del fatto che le jihadiste occidentali spesso mirano ad entrare nella polizia religiosa, composta esclusivamente da figure femminili e deputata a far rispettare le rigide norme della Sharia, con ogni mezzo. Un po’ come accadeva con il fenomeno dei kapo durante la Seconda Guerra Mondiale, quando alcuni prigionieri dei campi di concentramento venivano incaricati di sorvegliare e punire gli altri prigionieri, a discrezione dei propri padroni nazisti. Certo, molti di loro erano costretti a farlo, ma oggi rimane difficile realizzare come ci siano persone disposte a mettersi volontariamente in condizioni disumane di questo genere, obnubilate da un miscuglio di fanatismo e masochismo.

Secondo la Bishop, sarebbero circa 110 i cittadini australiani che nell’ultimo periodo avrebbero lasciato il proprio Paese, per unirsi ai fondamentalisti islamici“E’ probabile che i familiari e gli amici siano i primi a notare cambiamenti in giovani che si stanno radicalizzando-ha affermato poi il Ministro degli Esteri dell’Australia-Devono cercare di comunicare con loro, prima che sia troppo tardi”.

Nel frattempo, tra New York e la Florida sono stati arrestati tre cittadini di Brooklyn, smaniosi di consacrarsi quali martiri dell’Isis, e pronti a partire alla volta della Turchia, per unirsi alle milizie del Califfato Islamico.

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