Iraq parte alla riconquista di Tikrit

Dopo la liberazione di una città in Libia, ecco la respinta delle forze irachene che vogliono riconquistare Tikrit, la città natale di Saddam Hussein al fine di spianarsi la strada per Mosul.

Iraq parte alla riconquista di Tikrit

Le forze irachene, appoggiate dai combattenti sciiti e sunniti hanno iniziato un’offensiva per riprendere il controllo della città settentrionale di Tikrit dai militari dell’ISIS. Questo è stato riferito oggi dalla tv nazionale Al-Iraqiya, che riportava di un attacco improvviso alla città da parte delle forze armate, sostenute da un massiccio raid aereo dei caccia iracheni.

Si ricorda che Tikrit, città a 80 miglia a nord di Baghdad, è caduta sotto il controllo dell’ISIS nell’estate scorsa con la seconda città più grande del paese, ovvero Mosul. Questa città ha una popolazione di circa 260.000 persone ed è famosa per essere stata la città natale dell’ex dittatore Saddam Hussein.

Sicuramente questa operazione serve per spianare la strada alla riconquista di Mosul e alla distruzione del cuore dello Stato Islamico, che sembrerebbe sempre più indebolito nel corso degli ultimi giorni. Le notizie dell’offensiva sono state annunciate anche dal primo ministro iracheno Haider al-Abadi che ha annunciato ai combattenti tribali sunniti ad abbandonare l’ISIS in quanto presto la città di Tikrit tornerà a breve al suo popolo.

Ha inoltre detto “Chiedo a coloro che sono stati ingannati o commesso un errore di deporre le armi e unirsi al loro popolo e alle forze di sicurezza al fine di liberare le città“. Era già accaduto a giugno una sorta di operazione simile ma era andato tutto in stallo in quanto le forze dell’ISIS vantavano di una forza maggiore.

Dalle parole del primo ministro sembra che ci siano velate minacce agli ex membri della banda di Saddam Hussen facente parte del partito Baath iracheno, che oggi sono uniti all’ISIS. Una cosa è certa, l’Iraq è stufo della violenza e dell’estremismo di questo gruppo terroristico e ha iniziato in maniera definitiva l’attacco verso questi, soprattutto alla luce dei 1.100 morti iracheni di cui 600 civili, cosa impensabile dopo la strage durante le ultime guerre tra il 2006 e il 2007.

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