G8: l’Ordine dei Medici salva il dottore-aguzzino di Bolzaneto

L'Ordine dei Medici ha condannato a soli 6 mesi di sospensione il dottore-torturatore della caserma di Bolzaneto, che nel 2001 infierì in ogni modo sui ragazzi detenuti all'interno della struttura. I giudici "agì con crudeltà". Ma a fine estate tornerà a lavorare normalmente

G8: l’Ordine dei Medici salva il dottore-aguzzino di Bolzaneto

Niente radiazione dall’ordine dei medici per Giacomo Toccafondi, il dottore incaricato di coordinare i servizi sanitari nella caserma di Bolzaneto nel 2001, struttura che funse da luogo di detenzione improvvisato per alcuni manifestanti arrestati dalla polizia nell’ambito del G8 di Genova.
A salvare il torturatore dei giovani ivi imprigionati è arrivata la provvidenziale prescrizione, accorsa in aiuto del criminale che tornerà quindi ad esercitare liberamente la professione a partire da Ottobre. La pena che gli è stata inflitta è infatti di soli 6 mesi di sospensione dall’Ordine dei Medici.

Ma facciamo un passo indietro. Toccafondi era stato condannato dalla Cassazione a risarcire le vittime dei suoi deliberati atti di sadismo, perpetrati proprio ai danni dei ragazzi detenuti nella caserma-lager di Bolzaneto nel 2001. Le stesse vittime avevano indicato Toccafondi durante il processo come “il seviziatore” per eccellenza di quella sorta di campo di concentramento provvisorio. Non a caso, si presentò in infermeria fin dal primo giorno non con il camice da medico, ma in tenuta mimetica. Portando con sé una pistola (caratteristica che gli valse anche il soprannome di “dottor mimetica”). Tra le accuse mosse nei suoi confronti si possono elencare: maltrattamenti, ingiurie, violenze fisiche e psicologiche di ogni genere nei confronti dei 200 giovani rinchiusi all’interno della caserma. Accuse che si tradussero legalmente in: omissione di referto, violenza privata, lesioni ed abuso d’ufficio.

A suo carico c’erano quindi imputazioni capaci di stroncare qualsiasi carriera, tant’è che gli stessi giudici, una volta vagliata la documentazione, affermarono che nel corso del suo servizio a Bolzaneto “agì con crudeltà” nei confronti dei pazienti che era chiamato a soccorrere. In barba alla memoria di Ippocrate, ed a qualsivoglia implicazione etica o morale di sorta. Ma chi si aspettava l’ovvia radiazione, è invece rimasto deluso. Nonostante le accuse, le immagini, la documentazione e la valanga di prove a suo carico, il dottore-torturatore potrà tornare normalmente alla quotidianità del proprio mestiere dopo la vacanza estiva concessagli dall’Ordine dei Medici. A firmare la sentenza, che ha tutte le connotazioni della farsa all’italiana, è il Presidente dei medici genovesi Enrico Bartolini.

I giudici incaricati di seguire il processo definirono la caserma di Bolzaneto come un carcere in cui vennero “portate vittime in balia dei capricci di aguzzini, trascinate, umiliate, percosse, spesso già ferite, atterrite, infreddolite, affamate, assetate, sfinite dalla mancanza di sonno, preda dell’arbitrio aggressivo e violento”, nel quale i ragazzi furono “picchiati, denudati, insultati e derisi”. Marco Poggi, infermiere incaricato di assistere Toccafondi all’epoca dei fatti, parlò così della crudeltà di quel dottore con libera licenza di torturare: “Vidi di tutto, non feci quanto avrei voluto per fermarlo. Dileggiava con i pazienti, gli urlava <<Te lo do io Che Guevara!>>, <<Sporchi comunisti!>> eccetera […] Non li ho aiutati quanto avrei voluto. E’ un senso di colpa che mi porterò dietro per sempre”. L’organizzazione Amnesty International riconobbe come a Bolzaneto ebbero luogo “gravi violazioni dei diritti umani”.

Ora Poggi, che aveva testimoniato contro le efferate crudeltà commesse da Toccafondi, è conosciuto come “L’infame di Bolzaneto”: “Un collega mi telefonò, mi disse di non presentarmi l’indomani (al lavoro, ndr). Ho cambiato i vetri della macchina, me li hanno rotti. Non lavoro più”.

Mentre Toccafondi, novello Mengele tutto italiano, tra sei mesi potrà tornare a prendersi cura dei suoi pazienti come meglio riterrà opportuno.

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