Evasione cinematografica dal carcere di Sollicciano

Tre romeni, appartenenti ad una banda dedita ai furti, sono evasi dal carcere fiorentino di Sollicciano scavalcando un muro di cinta pericolante, privo si sorveglianza. Gli agenti penitenziari si sono accorti della loro assenza dopo mezz'ora.

Evasione cinematografica dal carcere di Sollicciano

Clamorosa evasione dal carcere fiorentino di Sollicciano, sono fuggiti scavalcando un muro di cinta privo di protezione perchè pericolante. I fuggiaschi sarebbero tre, Ciocan Danut Costel, Bordeiano Costel e Doncin Constantin Catalin, componenti dell’organizzazione specializzata in furti smembrata dai carabinieri tra Firenze e Lucca lo scorso febbraio.

La banda, composta da 25 persone, tutte romene, era celebre per la sua rapidità, in media un minuto e mezzo a colpo, prediligendo gioielli, cellulari, tablet ed auto di grossa cilindrata.

Polizia e carabinieri, con i cani molecolari del nucleo cinofili di Firenze, insieme alla polizia penitenziaria, hanno attivato numerosi posti di blocco, rivelando di essere sulle loro tracce. Ieri sera verso le 19 i tre romeni avrebbero effettuato un foro in una delle pareti della cella della prima sezione, utilizzando le lenzuola si sarebbero calati nel cortile riservato all’ora d’aria, scavalcando infine il muro di cinta fatiscente.

Gli agenti penitenziari hanno scoperto la loro assenza mezz’ora dopo, durante il controllo. È probabile che ci fosse un complice ad attenderli fuori per allontanarsi velocemente in auto. Un anno e mezzo fa Giuseppe Proietti Consalvi, vice segretario generale dell’Osapp (Organizzazione sindacale autonoma Polizia Penitenziaria), aveva denunciato l’inagibilità della zona circostante al muro di cinta pericolante: l’amministrazione penitenziaria si era limitata ad alcuni sopralluoghi, non ponendo rimedio alla situazione.

Consalvi aveva, inoltre, chiesto lo sfollamento dei detenuti per motivi di sicurezza, per l’assenza di vigilanza nel perimetro del carcere fiorentino, ma l’amministrazione penitenziaria non aveva assolutamente ascoltato il motivato appello.

L’evasione avvenuta a Sollicciano, congiunta all’incremento di situazioni difficoltose, come risse e suicidi, fa comprendere che la situazione nelle carceri ha raggiunto livelli ingestibili. Il 95% dei detenuti vive fuori dalle celle tra le 8 e le 10 ore al giorno, senza svolgere alcuna attività lavorativa, gli eventi critici sono aumentati da quando sono state istituite la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario aperto.

Donato Capece del Sappe (Sindacato autonomo di polizia penitenziaria) denuncia che in quella zona anche la pattuglia automontata non poteva essere attivata, date le condizioni disastrose.

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