L’aeroporto di Fiumicino è stato quest’oggi teatro di un’enorme ondata di panico collettivo, a causa di uno scriteriato allarme comunicato dagli addetti ai lavori che ha mandato l’intera struttura nel caos. Erano le 10:05 di questa mattina quando, improvvisamente, è partita la registrazione automatica più temuta da qualsiasi viaggiatore.
“Evacuare immediatamente l’aeroporto” era il messaggio contenuto in quell’annuncio, diretto a coloro che si trovavano in corrispondenza del Terminal 3. Parole che, con il clima di tensione che si respira in questo periodo, hanno avuto l’effetto di una bomba.
L’allarme all’aeroporto è rimbalzato da una parte all’altra, generando una cascata di apprensione e terrore che ha coinvolto tutti, facendo sì che la situazione degenerasse in un’istante: urla, corse improbabili, la ricerca dei familiari allontanatisi un minuto per “controllare una cosa” hanno condotto ad una situazione molto vicina al delirio collettivo.
Anche i lavoratori stessi impiegati presso l’aeroporto di Roma Fiumicino non sono stati indifferenti all’annuncio, e per otto minuti di assoluto terrore la situazione è diventata surreale. Tutto è sembrato durare una vita, sebbene a conti fatti l’emergenza si sia protratta per meno di cinquecento secondi.
Per la precisione, fino all’annuncio di rettifica: “nessun allarme, nessuna bomba“. Soltanto una disattenzione, un banalissimo errore umano: qualcuno aveva fatto partire l’ordine di evacuare l’aeroporto per sbaglio, senza che ve ne fosse alcuna necessità. Alla fine il “colpevole” è stato trovato: i tecnici che stavano svolgendo la manutenzione dell’impianto elettrico hanno inavvertitamente lanciato l’allarme.
La situazione è potuta a quel punto tornare alla normalità, ma per otto lunghissimi minuti, all’aeroporto Leonardo da Vinci di Roma è stato chiaro come l’allarme terrorismo, per quanto apparentemente distante, sia capace di generare un terrore incontrollato: sono bastate poche, semplici parole, poi rivelatesi peraltro un falso allarme, per scatenare l’inferno.