Eutanasie raddoppiate in Svizzera. Italia al quarto posto

In Svizzera raddoppiano le eutanasie, e negli ultimi quattro anni il cosiddetto "Turismo della morte" è dilagato in maniera abnorme. L'Italia è al quarto posto mentre al primo posto è la Germania

Eutanasie raddoppiate in Svizzera. Italia al quarto posto

Negli ultimi anni i viaggi verso la Svizzera per praticare il suicidio assistito sono addirittura raddoppiati, viste le restrizioni legislative vigenti negli altri Paesi. Da ogni parte del mondo arrivano in Svizzera per eseguire quella che oramai sembra la via più breve per porre fine alle sofferenze e alla depressione: l’Italia è al quarto posto con 44 eutanasie, mentre al primo posto stanno i tedeschi con 218 morti per suicidio, al secondo gli inglesi con 126 e al terzo i francesi con 66. 

La Svizzera è uno dei pochi stati al mondo che consente di praticare il suicido assistito, insieme all’Olanda e lo Stato dell’Oregon negli Usa. A spingere a questo passo sono spesso le malattie neurologiche, le più difficili da sopportare, tra cui la sclerosi multipla e il morbo di Parkinson, che sono quelle che riducono il malato a una condizione di dipendenza totale e assoluta immobilità.

A sostenere la Svizzera in questo compito così difficile vi sono sei associazioni che affermano il diritto alla morte e aiutano circa seicento persone all’anno. Tra queste alcune persone hanno un aiuto fisico nei suicidi e altre invece no. La più grande di queste associazioni è la Dignitas, ed è formata da un team di medici specializzati e validi avvocati.

L’eutanasia è vietata sia in Italia che nel Regno Unito, ma nel Lussemburgo e negli Stati federali Usa di Washington e Montana è permesso il diritto al suicidio assistito solo se il paziente è un malato in fase terminale. La Germania ancora non si è pronunciata con leggi specifiche sul suicidio assistito, ma il codice deontologico non permette ai dottori di aiutare le persone che vogliono suicidarsi e se lo fanno possono essere perseguiti per legge. Inoltre, sono perseguibili anche nel caso in cui non effettuino le procedure di rianimazione in presenza di un suicidio. Stessa normativa che vale per la Francia.

Tutt’altra cosa è il codice penale svizzero, che non richiede al paziente né fase terminale né età troppo avanzata per praticare l’eutanasia. Prevede invece che “qualsiasi persona, per motivi egoistici, inciti o assista un’altra a commettere o a tentare il suicidio” può finire in carcere fino a cinque anni.

 

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