Cyber spionaggio: Farnesina sotto attacco di hacker dal 2014. Sospetti sui russi

Un attacco virtuale al colosso della Farnesina, si sospetta, da parte dei russi. Dal 2014 sono stati violati i sistemi computerizzati e minati i database contenenti ogni tipo di informazione.

Cyber spionaggio: Farnesina sotto attacco di hacker dal 2014. Sospetti sui russi

Nessuno è al sicuro nel cyber-spazio. Ma alcuni, soprattutto chi custodisce informazioni importanti a livello mondiale, dovrebbero adottare sistemi un po’ più sofisticati rispetto al cambio password mensile.

Ebbene, sicuramente questi sistemi sono stati anche utilizzati, ma sicuro non sono stati abbastanza efficaci da tenere il sistema informatico della Farnesina al riparo dagli attacchi di hacker. Solo ora si è scoperto che queste infiltrazioni illegali continuavano dal 2014, un lasso di tempo molto esteso e che potebbe aver fornito informazioni importanti in mani sbagliate.

Alfano ha precisato che non sono stati violati i sistemi criptati, quindi, l’azione di cyber spionaggio non sarebbe riuscita a carpire informazioni secretate. Si sospetta che possano essere i russi gli autori di questo attacco, ma per Mosca non esiste la prova. “Non ci sono fatti che provano questa affermazione” – afferma la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova – che aggiunge: “la parte italiana può contattare direttamente i colleghi russi”.

Tutto è iniziato 16 mesi fa: è la teoria degli inquirenti del Cnaipic, il Centro nazionale anticrimine informatico della polizia postale, che indagano sulla vicenda di cyber spionaggio ai danni dell’Italia.

Il fascicolo aperto dalla procura è tuttora contro ignoti per i reati di procacciamento di notizie sulla sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato, intercettazione illecita di comunicazioni informatiche, e spionaggio politico e militare. Insomma, una lista di infrazioni che potrebbero causare seri guai a chi se ne renderebbe autore.

C’è anche da dire che, in molti casi, alcuni hacker non si introducono in sistemi ad alta sicurezza per estorcere delle informazioni, ma bensì per dimostrare che possono entrare in quel dato sistema. Una volta entrati, lasciano una firma digitale riconoscibile per i loro “colleghi”, come a dimostrare il loro passaggio. Tutto qui, non toccano nulla, né divulgano notizie.

Quando si leggono questi titoli, ci si rende conto di quanto ciò che noi facciamo sul web possa essere visto e controllato da tutti. Nemmeno riusciamo ad immaginare quanti occhi virtuali puntati su di noi ci sono, mentre navighiamo tranquilli nel mare di Internet.

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