Chiude l’Unità. Pubblicazioni sospese dal 1 agosto

I liquidatori del quotidiano fondato da Gramsci dicono: "Sono riusciti a ucciderci". Il direttore del giornale si rivolge ai democratici e li accusa di non essere riusciti a trovare una soluzione

Chiude l’Unità. Pubblicazioni sospese dal 1 agosto

Dopo tre mesi di lotta chiude l’Unità. E’ questa la notizia data dal Comunicato di Redazione del quotidiano: infatti, in seguito all’assemblea dei soci di oggi, hanno comunicato che il giornale sospenderà le pubblicazioni già dal 1 agosto. Il quotidiano, fondato da Antonio Gramsci nel 1924, vede dunque a breve la fine della sua storia, ma nel comunicato si legge anche: “I lavoratori sono rimasti i soli a difendere una testata storica. Gli azionisti non hanno trovato l’intesa su diverse ipotesi che avrebbero comunque salvato il giornale. Un fatto di gravità inaudita, che mette a rischio un’ottantina di posti di lavoro in un momento di grave crisi dell’editoria. I lavoratori agiranno in tutte le sedi per difendere i propri diritti”. 

L’Unità ha compiuto 90 anni, e per i lavoratori oggi è un giorno di lutto. Ecco i commenti dei rappresentanti dei lavoratori: “con la rabbia e il dolore che oggi sentiamo, diciamo che questa storia non finisce qui. Avevamo chiesto senso di responsabilità e trasparenza a tutti i soggetti, imprenditoriali e politici. Abbiamo ricevuto irresponsabilità e opacità. Questo lo grideremo con tutta la nostra forza. Oggi è un giorno di lutto per la comunità dell’Unità, per i militanti delle feste, per i nostri lettori, per la democrazia. Noi continueremo a combattere guardandoci anche dal fuoco amico”. 

Il vicedirettore Pietro Spataro scrive su Twitter un messaggio di polemica, riferito anche al governo Renzi, che accusa di essere rimasto inerme e di non aver agito a salvezza del giornale: “E’ sorprendente che il Pd non sia riuscito a trovare una soluzione per L’Unità: avrebbe almeno potuto appoggiare il progetto di Fago, che sarebbe stato il socio di maggioranza della NIE spa in liquidazione e che aveva proposto di affittare, e in seguito acquistare, il ramo d’azienda. Una colpa che a quanto pare ricade su tanti, i quali avrebbero potuto salvare il giornale ed evitarne la chiusura. Un giornale storico, un pezzo della nostra Italia che scompare, dilaniata dalla crisi e sempre più in preda al licenziamento e alla perdita di posti di lavoro. Un intervento da parte del governo avrebbe certamente cambiato le cose e oggi l’Unità sarebbe ancora in attivo.

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