Carmine Vona, cavia per Stamina, vuole vedere Vannoni in carcere

Esplode la rabbia di Carmine Vona nei confronti del patteggiamento previsto tra la procura di Torino e Vannoni sul caso Stamina: se il giudice approva il patteggiamento è un’ingiustizia terribile

Carmine Vona, cavia per Stamina, vuole vedere Vannoni in carcere

Il caso Vannoni rischia di rimanere impunito, ed è quello che sostiene Carmine Vona, uno dei primi pazienti a denunciare Davide Vannoni dopo aver provato a proprie spese il metodo Stamina.

Gli investigatori del Nas e Vona attendevano con ansia il processo, e lo stesso Vona aveva detto: Aspettavo di testimoniare da più di cinque anni. Da quando Vannoni insisteva nel chiedermi soldi, nonostante mi avesse quasi ammazzato con quelle iniezioni assurde. Volevo rivederlo in Tribunale, guardarlo negli occhi. Spiegare come era andate esattamente le cose a San Marino, nel centro estetico dove mi avevano portato. E invece…” .

Vona è la vittima numero 52, ed è  molto scoraggiato da quello che invece sta accadendo sul caso Stamina. Infatti, sembra che stia per chiudersi con un patteggiamento, e che Vannoni abbia trovato un punto d’accordo con la procura di Torino: un anno e dieci mesi di pena, fine delle attività legate alle staminali in Italia e all’estero, e infine l’obbligo di rinunciare al ricorso al Tar. 

Sarà il giudice Potito Giorgio a pronunciarsi su questa soluzione, e domani si potrebbe prospettare un’uscita di scena di Vannoni quasi senza conseguenze per lui. Il patteggiamento è come se fosse una confessione, ed è proprio strano che venga da uno che fino a poco tempo fa sosteneva: Io sono una persona onesta e Stamina è da premio Nobel”.

Invece, come afferma Voni, Stamina era una truffa pericolosa, e il paziente numero 52, che ha la parte sinistra del corpo quasi immobile per colpa di un ictus, ha detto: “La prima cosa che ho notato in quel centro estetico di San Marino è stata la pubblicità di un trattamento dimagrante. Il ragazzo che stava facendo le pulizie si è messo il camice ed è entrato con noi in una stanza. Mi hanno fatto sedere su un tavolo. Il ragazzo delle pulizie mi ha abbracciato con un cuscino e mi ha tenuto le gambe, mentre loro iniettavano nel midollo spinale”.

L’uomo durante la notte fu vittima di un attacco epilettico, e fu salvato da un amico e ricoverato in ospedale, dove aveva  scoperto che coloro che avevano fatto la puntura avevano negato l’accaduto. La storia di Vona è terribile e l’uomo racconta che per il trattamento gli avevano chiesto 27 mila euro. 

Le vittime accertate dalla procura sono 114, e l’accusa era di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e somministrazione pericolosa di farmaci. Anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin aveva detto con amarezza che Vannoni non avrebbe fatto neanche un giorno di carcere.

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