Dopo il caso della dodicenne di Pordenone che ha tentato il suicidio lanciandosi nel vuoto dal secondo piano della sua abitazione, si è riacceso il dibattito sul bullismo e cyberbullismo, fenomeni purtroppo molto attuali che riempiono le pagine della cronaca nazionale ed estera. A tal proposito, si stanno anche discutendo proposte per aumentare le pene ed inasprire quelle già esistenti.
Chiunque può esserne vittima, per il fatto di essere diverso dagli altri oppure per non esserlo, perché le sue caratteristiche fisiche non piacciono o esattamente per il contrario. L’unica cosa che hanno in comune le vittime di bullismo è che solitamente lo tengono nascosto, a volte perché non sono coscienti del fatto che ciò che gli sta capitando non è “normale” oppure per vergogna, o perché pensano di avere qualcosa per la quale meritano di essere trattate così. Spesso sono convinte che nessuno gli crederà o che tutto verrà liquidato con un semplice “sono cose da bambini“.
Il bullismo è ogni tipo di aggressione psicologica o fisica costante e duratura, e si caratterizza per lo squilibrio di potere: la vittima sola, di fronte ai suoi aggressori ed osservatori. Il cyberbullismo è una modalità “distruttiva”, come la definisce lo psichiatra infantile José Luis Pedreira, perché non dà tregua. Le molestie non terminano una volta arrivato a casa, ma continuano. E permettono che si moltiplichi il numero degli spettatori e degli istigatori. Per questo è importante che i genitori abbiano accesso al telefono cellulare, alla posta elettronica e ai profili sociali dei loro figli.
E’ molto importante ricordare che scoprire in tempo che un bambino è vittima di bullismo è la chiave per evitare danni psicologici gravi e permanenti. Quali sono i segnali che devono mettere in allerta?
- Cambiamenti nel comportamento: il problema è che molti sintomi di bullismo possono essere confusi con i comportamenti tipici dell’adolescenza. E spesso, i cambiamenti non avvengono dall’oggi al domani, ma è un processo lento. Normalmente, la vittima non vuole andare a scuola, è nervosa quando deve farlo, salta le lezioni o appena può ritorna a casa. Il fine di settimana sta bene e la domenica sera inizia a star male. Smette di parlare o uscire con i suoi amici di sempre. Il rendimento scolastico si abbassa. E’ spesso triste, ha frequenti sbalzi d’umore e soffre di attacchi di rabbia;
- Segnali fisici: il minore spesso ritorna a casa con il materiale scolastico o l’abbigliamento rovinato e non sa spiegarne il motivo. Chiede soldi ai suoi genitori per darli ai suoi molestatori.”Questi segnali non sempre indicano un caso di bullismo, ma sono tipici delle molestie fisiche“, spiega lo psicologo e professore dell’Università di Alcalá, Iñaki Piñuel, esperto in violenza psicologica e molestie;
- Sintomi psicosomatici: il bambino ha malessere al risveglio, capogiri, mal di testa, disturbi gastrointestinali, sensazione di oppressione al petto, palpitazioni, alterazioni dell’appetito e del sonno. Capita spesso che i genitori portino il bimbo dal medico, senza però trovare l’origine dei sintomi, perché la causa è psicologica.
Come inizia? Solitamente con azioni di “bassa intensità”, per esempio con molestie verbali: insulti, umiliazioni, messaggi telefonici, soprannomi… spiega al quotidiano El Mundo la psicologa Alicia García de Pablo. Se non viene posto un freno, può degenerare in altri tipo di molestie, come quelle sociali (esclusione e isolamento della vittima, per esempio, emarginandola dalle attività collettive), quelle psicologiche (basato sulle minacce) e quelle fisiche, che prevede sia aggressioni dirette che indirette.
Il bullismo non rende un bambino più forte, esattamente in contrario; vengono distrutte le sue capacità di affrontare le situazioni. “Diventa probabile vittima di futuri casi di bullismo e, nella vita adulta, di situazioni di mobbing, di maltrattamenti domestici… perché ci arriva con la resilienza e l’autostima distrutte. Non è positivo per lo sviluppo della personalità e tanto meno prepara per la vita“.