Bloccati i funerali della donna morta per aver ingerito dell’acido

La Procura di Rieti blocca i funerali della donna che è stata rinvenuta esanime nei boschi in provincia di Rieti dopo aver ingerito una bottiglietta di acido muriatico. Sembrava fosse solo un caso di suicidio.

Bloccati i funerali della donna morta per aver ingerito dell’acido

La morte di Mariangela Mancini, la trentatreenne scomparsa il 12 maggio da Borgorose in provincia di Rieti, sta assumendo giorno dopo giorno i contrni di un vero e proprio giallo.
Nonostante l’autopsia sembrava avesse fugato ogni dubbio sul fatto che fosse stato un caso di suicidio, causato dall’ingerimento di una bottiglia di acido muriatico, sembra che gli inquirenti abbiano fondati motivi per ritenere il contrario. 

La donna era stata rinvenuta senza vita nel boschetto della Duchessa a poca distanza dalla casa di famiglia, dove era andata per prendere dei detersivi per pulire la nuova casa, dove si sarebbe presto trasferita con il suo attuale fidanzato. Si, perché nei suoi progetti c’era proprio la vita a due, il matrimonio con l’uomo che amava e considerava l’amore della sua vita. 

I familiari non ci stanno con l’attribuzione per suicidio della morte della donna. Loro conoscevano bene la donna e i suoi progetti per il futuro, che chiaramente si contrappongono ad una morte volontaria. Mariangela era felice della sua relazione, una donna che si distingueva per la sua cultura e creatività, tanto da essere laureata in Psicologia. 

La famiglia di Mariangela sostiene quindi l’ipotesi di omicidio; probabilmente uccisa lontano dal luogo del ritrovamento e poi trasportata lì in un secondo momento, quando ormai era senza vita. Secondo l’autopsia la donna avrebbe sul corpo segni compatibili con una morte causata da soffocamento, oltre a diversi ematomi sul corpo, che lascerebbero pensare ad una colluttazione o a forzate pressioni, probabilmente per forzarla a bere la bottiglia di acido muriatico.

Quindi ci sarebbero tutti gli elementi per pensare ad una simulazione di suicidio, ma nell’incertezza la famiglia chiede ulteriori indagini affinché si possa chiudere il caso con assoluta certezza, mettendo a tacere quelle malelingue che volevano la psicologa affetta da depressione. 

Adesso, dunque, la Procura sta indagando per omicidio, dopo il ritrovamento di una serie di elementi che convogliano verso altri scenari. 

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