Un neonato di tre mesi ha preso la meningite entrando in contatto con le feci delle tartarughe di casa. Ricoverato d’urgenza in ospedale, attualmente è fuori pericolo, anche se la sua degenza dovrà durare ancora qualche settimana.
“È ancora in terapia intensiva e si sta sottoponendo a terapia antibiotica“, queste sono le dichiarazioni del primario del reparto di Pediatria del presidio ospedaliero di Vicenza, che ha preso in cura il neonato. Anche se la notizia è stata divulgata oggi dalle principali agenzie di stampa, il ricovero risale a circa tre settimane fa.
Giorni in cui il piccolo ha lottato tra la vita e la morte, accudito dall’affetto dei suoi familiari e di tutti i sanitari che si sono presi cura di lui. I genitori del neonato hanno portato il figlio in ospedale dopo aver accertato il grave stato di salute del piccolo, che presentava una febbre alta irreversibile, e rigidità muscolare.
Segni tipici della meningite, che in questo caso deriva da una salmonellosi. Ma come è possibile che un neonato possa contrarre la salmonella? Questa è la domanda che si sono posti in molti, tra cui anche i genitori, a cui i sanitari hanno dato una immediata risposta.
Qualche componente della famiglia sarà entrato in contatto con i batteri della salmonella presenti nelle feci delle tartarughe di casa, e successivamente avrà toccato il bambino, o oggetti attinenti ad neonato, trasmettendo involontariamente il virus al piccolo, che – considerata l’età – ha le difese immunitarie più basse, ed una maggiore esposizione a germi e batteri. Secondo la comunità scientifica, il fatto è da considerare come più unico che raro.