Allarme sovrappopolazione, nel 2050 saremo in quasi 9 miliardi

Il professor Bacci, esperto di demografia e docente dell'università di Firenze, ha rinnovato il suo allarme sulla sovrappopolazione enunciando durante un suo intervento all'Accademia dei Lincei i motivi che porteranno il nostro pianeta ad ospitare 2,5 miliardi di persone in più.

Allarme sovrappopolazione, nel 2050 saremo in quasi 9 miliardi

Il più terribile degli scenari, esplorato anche dai peggiori e i  migliori film di fantascienza, è quello della sovrappopolazione del pianeta. Chi non ha visto uno di questi, dove la gente si deve inventare i metodi più assurdi per avere un pezzo di pane o trovare dell’acqua potabile. Questo, che poteva sembrare un improbabile futuro, sembra volgere ad una triste realtà. Il professor Massimo Livi Bacci, esperto di demografia e professore dell’università di Firenze, ha lanciato l’ennesimo allarme durante unsuo intervento all’Accademia dei Lincei.

Il lavoro del professore si è sempre basato nell’analizzare l’aumento incontrollato della popolazione e sul successivo problema che risulterebbe nella distribuzione del cibo. Infatti molte delle sue opere sono dedicate a questo problema. In questo particolare, ed interessante, intervento ha voluto sottolineare che in seguito ai suoi studi nel 2050 la popolazione terreste andrà a toccare i 9,5 miliardi di abitanti.

Il vero problema, continua il professor Bacci, sarà non tanto per i paesi più ricchi che hanno una crescita pari a zero, bensì per le popolazioni dei paesi di fascia media o come ha riferito lui “meno poveri. Tecnicamente questi paesi sono quelli che hanno un incremento pari al 30% della popolazione attuale.

Oltre a questi ci saranno anche i paesi in via di sviluppo e i paesi nella fascia dell’Africa subsahariana che sono definiti come “paesi poverissimi“. Il docente ha proseguito lanciando un allarme dicendo che questi paesi “metteranno a rischio la stabilità dello sviluppo” indicando quattro fattori principali: eccessiva natalità nei paesi poveri unita alla minima dei paesi più ricchi, difficoltà di produrre cibo, una eccessiva crescita che porterà ad un impatto negativo sull’ambente (per un maggior numero di persone serve più spazio e quindi rischio alto di deforestazione ed inquinamento) ed infine una mancanza di regolamentazioni internazionali in base alle migrazioni.

Il professor Bacci ha terminato il suo pensiero ribadendo che questo problema è iniziato già nel secondo dopoguerra dove nei paesi di allora poveri il tasso di crescita annuo ha superato il 2% ponendo a rischio la scolarizzazione dei bambini, il lavoro dei giovani, l’alimentazione e produzione del cibo assieme a tutti gli equilibri ambientali.

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