Sono tante le volte in cui gli alunni di una classe si trovano ad accettare un nuovo membro. Il problema è che, ad accettarli, non sono solo i bambini, ma anche i genitori. È accaduto nella scuola elementare paritaria delle suore Mercedarie di Cagliari dove è partita una protesta da parte dei genitori per l’inserimento in una classe di due bambini profughi. I genitori pretendevano la non accettazione all’interno dell’istituto, andando contro la decisione delle suore mercedarie che non avevano nessuna intenzione di cambiare la loro decisione.
I bambini hanno nove e dodici anni e sono giunti in Italia dopo un lungo viaggio senza i loro genitori. Appena arrivati nella scuola, hanno dovuto utilizzare un bagno privato a causa delle preoccupazioni dei genitori per il rischio di infezioni. Si racconta che due bambini siano stati ritirati dalla scuola dai propri genitori.
La situazione sembrava dovesse prendere una brutta piega ma, grazie all’aiuto delle suore, tutto è tornato alla normalità. Dopo aver discusso a lungo in quattro riunioni e aver effettuato una visita medica da parte dell’Asl, i bambini sono stati dichiarati sani e hanno potuto intraprendere il loro percorso scolastico tornando a condividere il bagno con tutti gli altri.
L’episodio è stato dichiarato essere molto grave da parte degli psicologi, i quali hanno espresso la loro preoccupazione riguardo agli effetti che può avere sui bambini immigrati questo iniziale isolamento. È una fase molto delicata dove ogni episodio di discriminazione rimane indelebile nelle loro menti. Hanno affermato che bisognerebbe avviare un percorso per i bambini i quali non devono essere influenzati dai propri genitori durante la loro crescita.
La famiglia, così come la scuola, ha un compito fondamentale nella nostra vita in quanto ci insegna non solo l’educazione e la conoscenza, ma anche il rispetto e la solidarietà verso chi è stato meno fortunato di noi.