Nel 2021, Twitter lanciò la funzione “Birdwatch”, un sistema basato sul crowdsourcing informativo, che avrebbe permesso agli utenti di lasciare delle note sui tweet, in modo da offrire un contesto a quelli potenzialmente fuorvianti, e da fermare la diffusione delle false notizie, in pratica smascherandole. Nel Dicembre di quest’anno, la funzione è uscita dalla fase di test ed è stata messa a disposizione di tutti, rinominata come “Community Notes“, con l’auspicio che contribuisca a “creare un mondo più informato“.
A oggi, le “Note della Comunità” funzionano in un modo piuttosto semplice, quanto meno per quello che ne era noto come meccanismo operativo: in sostanza, “se un numero sufficiente di collaboratori, con diversi punti di vista, valuta utile una nota, questa verrà mostrata pubblicamente su un tweet“.
Nelle scorse ore, però, la piattaforma Twitter modificato un po’ il funzionamento delle Community Notes, in senso più restrittivo. Mentre prima, in linea di principio, tutti potevano scrivere delle note a commento dei tweet, ora occorrerà avere un certo “pedigree” per poterlo fare in quanto, dai dati raccolti negli scorsi mesi, si è notato come questo abbia “aumentato così tanto la qualità media delle note” rilasciate.
Nello specifico, occorrerà aver valutato un certo numero di note prima che venga sbloccato agli utenti la possibilità di scriverne di proprie: la decisione sembra essere retroattiva, riguardando anche chi poteva già scrivere in precedenza le note, visto che il social di Musk ha aggiunto di richiedere “retroattivamente che tutti i contributori soddisfino questi criteri per poter scrivere note“. Man mano che si andrà avanti, migliorerà l’affidabilità dell’utente nell’identificare note utili o meno, e di conseguenza salirà il suo “rating impact“: nel momento in cui arriverà al livello 5, verrà sbloccata la possibilità di aggiungere delle note in proprio.
Al momento, però, tra i requisiti, per candidarsi alla funzionalità, vien richiesto di fornire il numero di un operatore mobile fidato e, a quanto pare, gli utenti di diversi paesi in via di sviluppo si vedrebbero identificati come non affidabili i loro operatori, all’insegna di quella che per ora sembra una limitazione geografica molto “USA centrica“.