Twitter, la piattaforma di microblog del canarino azzurro di Jack Dorsey, attraversa un momento non facile, ricco di sfide, come dimostrato dagli ultimi dati finanziari, da qualche problema di sicurezza, e da diverse polemiche a sfondo politico che l’hanno investita negli ultimi tempi.
Qualche giorno fa, Twitter ha pubblicato il rapporto finanziario sul terzo trimestre del 2018 e, in tale occasione, ha evidenziato come, specie grazie agli spot durante i grandi eventi sportivi (es. Major Baseball League) che trasmette, le entrate siano aumentate del 29% su base annua. Su base annuale, il reddito netto del 2018 mostra un notevole segno positivo, grazie 789 milioni di dollari di avanzo, rispetto ai – 21 milioni dell’anno prima.
Il problema viene dal numero degli utenti. Come previsto in base alle varie cancellazioni di profili falsi, o retti da bot, gli utenti mensili sono calati di 9 milioni, dai 335 del secondo trimestre 2018, agli attuali 326. Certo, rispetto all’anno scorso sono aumentati gli utenti quotidiani, con un tasso del + 9% che, però, è inferiore all’11% registrato nel Q2 sempre del 2018.
Anche la sicurezza non è che vada meglio su Twitter. La piattaforma ha ammesso l’esistenza di un bug che avrebbe imperversato dal Maggio 2017 al 10 Settembre scorso, esponendo i messaggi privati di qualche milione di utenti (comunque l’1% del totale). Il tutto sarebbe accaduto grazie a una falla di sicurezza nell’Account Activity Api, che consente ai programmatori di realizzare strumenti attraverso cui le aziende interagiscono con i propri clienti, e che avrebbe portato alcune di queste comunicazioni ad essere note anche ad altri sviluppatori (invitati a cancellarle). Nei prossimi giorni, a seguito di indagini interne, verranno avvertiti gli utenti eventualmente coinvolti dal problema.
Anche col mondo politico, i rapporti di Twitter sono più tesi che mai. L’ex portavoce alla Camera per i democratici, la commentatrice statunitense Rochelle Ritchie, ha ottenuto le scuse dal microblog per non aver rimosso i deliranti tweet di minaccia pubblicati dall’Unabomber Cesar Sayoc, che ha spedito diversi pacchi bomba a politici ed intellettuali anti-Trump.
Quest’ultimo, a sua volta, si è lamentato della frenata di popolarità del suo account, che ha perso moltissimi followers, a seguito di rimozioni giudicate immotivate. Twitter, in questo caso, ha ricordato al Presidente come tale diminuzione sia stata riscontrata da diversi account di rilievo, principalmente a causa della cancellazione di molti account falsi.
Dulcis in fundo, si fa per dire, l’affaire Khashoggi. Secondo il New York Times, Riyad avrebbe creato una fabbrica di troll per screditare i cittadini sauditi, dissidenti dell’attuale regime, emigrati all’estero per conservare la loro libertà d’espressione (anche grazie al Tor Project): tra questi, anche il giornalista del Washington Post ucciso nell’ambasciata saudita di Istanbul.
In più, i servizi segreti occidentali avrebbero riferito a Twitter che un suo dipendente saudita, poi licenziato in via precauzionale e finito a lavorare per il suo paese, avrebbe ricevuto l’incarico dal suo governo di monitorare gli account di noti dissidenti, potendo accedere a relativi dati sensibili, come l’IP del computer o la loro geolocalizzazione. Twitter, in questo caso, ha avvertito e messo all’erta già una ventina d’utenti.