Sgominata una rete di pedofili: adescavano i minori sui social network

La Polizia di Poste e Telecomunicazioni ha appena dato notizia di un'importante operazione che ha portato a sgominare una pericolosa rete di pedofili che operavano via mail e sui social per adescare minori e scambiarsi materiale pedopornografico.

Sgominata una rete di pedofili: adescavano i minori sui social network

Alla fine CUCCIOL@ è stato preso. No, tranquilli cari animalisti. Ad esser stato catturato non è un tenero ‘Bambi’ ma un orco cattivo, per la precisione un pericoloso pedofilo italiano a capo di una rete piuttosto diffusa in Italia.

La notizia è stata data dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni la quale, a cose fatte, ha comunicato l’arresto di – nome in codice – CUCCIOL@, un 21 enne genovese che – dopo aver adescato i bambini nei social networkscambiava, spesso via email, materiale pedopornografico con sodali ubicati in diverse città italiane (Torino, Padova, Piacenza, Brescia, Verona, Campobasso, Cagliari e Palermo).

L’operazione in questione, condotta anche grazie all’FBI, ha portato allo sgominamento di una rete pedopornografica che coinvolgeva complessivamente 12 persone: in seguito all’arresto delle persone incriminate, sono state sequestrate diverse prove ospistate in account social e di posta elettronica, senza contare – nelle residenze dei fermati – la presenza di numerosi supporti digitali pieni zeppi di materiali multimediali con minori come protagonisti.

L’occasione è stata messa a frutto dalla dottoressa Elvira D’Amato, responsabile del Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online, Cncpo, anche per snocciolare diversi dati sul contrasto della pedopornografia ad opera del suo staff. In particolare, gli arresti della gang di CUCCIOL@ è stato solo uno dei grandi successi cel Cncpo visto che, nel corso dell’anno, sono stati individuati anche 1.849 siti di ispirazione pedopornografica.

I siti in questione sono stati segnalati ai provider internet che, con opportuni filtri, li hanno resi inaccessibili. Il problema, però, spiega Carlo Solimene sempre del Cncpo, è beccare coloro che, per scambiarsi materiale sessuale con protagonisti i minori, vanno del Deep Web.

In questo caso, infatti, si tendono ad utilizzare meccanismo di anonimizzazione, come la rete Tor, che rendono alquanto difficile risalire all’IP originario del pedofilo. Ciò nonostante, i risultati, sin qui ottenuti, sono davvero confortanti per l’operato del Cncpo visto che, oltre ai 23.981 siti monitorati dalla Polizia Postale per questioni di pedofilia, sono state arrestate complessivamente 79 persone mentre altre 574 sono state denunciate.

Certo, spiegano al Cncpo, molto dipende anche dalla capacità dissuasiva delle pene previste. In America, spiega il magistrato Maria Cristina Posa (Department of Justice criminal division), le pene vanno dai 15 ai 30 anni e dai 35 ai 50 per i recidivi mentre è prevista persino la pena dell’ergastolo per i casi più gravi. Ed in Italia? Da noi, purtroppo, le pene vanno da soli 2 anni ad appena 12 nei casi più gravi anche se sono previste tutta una serie di aggravanti: ad esempio, se c’è l’abuso sessuale, il reato associativo (come nel caso qui visto), e – di recente grazie alle pressioni sul legislatore – anche l’uso di sistemi di anonimizzazione da parte delle persone ovviamente coinvolti in episodi di pedopornografia.

I consigli, in questi casi, sono sempre utili e sono di non abbandonare mai i propri pargoli, indifesi, davanti al web perché l’orco cattivo può celarsi dietro chiunque!

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