Sequestri di carne bovina affetta dall’Aids: ecco perché è una bufala

In queste ore, le bacheche social di diversi utenti Facebook sono state popolate da un vecchio cavallo di ritorno delle "bufale scientifiche", quello dei sequestri di carne bovina affetta da AIDS. Vediamo di cosa si tratta.

Sequestri di carne bovina affetta dall’Aids: ecco perché è una bufala

Internet, ed i social in particolare, sono sempre stati terreno fertile per le cosiddette bufale a carattere cospirazionista. Ne abbiamo avuto la diretta conferma qualche settimana fa, dopo il terremoto che ha colpito – nuovamente – il Centro Italia: in quell’occasione, molti cybernauti imputarono ai TG di aver, colpevolmente, sottostimato l’entità del terremoto per una presunta collusione col governo che, in questo modo, avrebbe potuto evitare molte spese per la ricostruzione. Ecco, come se non bastasse, ora è arrivata – o meglio tornata – anche la bufala del sequestro di carne bovina affetta dall’Aids!

La notizia in questione, rimbalzata a suon di condivisioni di bacheca in bacheca, è partita dal sito “Lo Specchio” (notoriamente poco attendibile) con toni alquanto allarmistici. In pratica, nell’articolo pubblicato dal presunto portale di informazione alternativa, si spiegava che i Nas avevano compiuto una serie di sequestri di carne bovina nei mattatoi di mezz’Italia, da Torino a Palermo, passando per Roma, Potenza, e Brindisi.

La ragione di quest’operazione di bonifica sanitaria era che la carne sequestrata, da alcune analisi di laboratorio, risultava essere affetta dall’Aids: per questo motivo, già diversi macellai erano stati arrestati, e si era proceduto al sequestro di svariate tonnellate di carne. Troppo tardi, purtroppo, perché vi sarebbero stati già 5 casi di contagi da Aids, poi sottoposti al ricovero presso l’Ospedale Gemelli di Roma: informata della circostanza, il Ministro della Sanità, Lorenzin, avrebbe dichiarato lo stato di allarme epidemia da virus HIV.

Omettiamo il resto dei dettagli, come l’eventuale possibilità di un disastro ambientale, visto che – secondo la “fonte” – gli scarti della lavorazione sarebbero stati riversati nei terreni circostanti il mattatoio, di Montpellier, ove sarebbero stati macellati i capi bovini allevati in condizioni terribili: non servono, tranquilli, perché si tratta di una bufala. E neanche tanto fresca.

Già verso l’Aprile del 2016 se n’era parlato, tanto che – per davvero – il ministro Lorenzin era dovuta intervenire per smentire – tramite il sito del suo dicastero – la circostanza di quest’ondata di sequestri. A quanto pare, mai smentita fu più vana visto che, a meno di un anno da allora, la medesima bufala è tornata a mietere commenti indignati, allarmati, e tanti likes in giro per Facebook. 

Questa volta, ci ha pensato l’Istituto Superiore di Sanità a smontare la bufala in questione, spiegando che gli alimenti non possono essere infettati dall’Aids, sia perché il virus – a contatto diretto con l’aria – si inattiva rapidamente, sia perché tale ceppo virale è in grado di contagiare solo l’uomo e certi tipi di scimmie. I metodi di contagio non prevedono l’assunzione di cibo ma solo i rapporti sessuali non protetti, lo scambio di siringhe, e la trasmissione tra madre positiva e neonato. Basterà questa smentita? Ne dubitiamo.

Le ragioni della nostra perplessità sono ben spiegate dall’Institute for Advanced Studies che, da anni, a Lucca, si occupa di analizzare le dinamiche evolutive dei fenomeni web: secondo i ricercatori, i cybernauti cospirazionisti hanno una loro visione del mondo e sono fortemente “conservatori”, nel senso che cercano solo informazioni che confermano ciò in cui credono, risultando – quindi – del tutto immuni a processi di debuking (smontaggio delle bufale). Anzi, secondo gli ultimi studi attuati analizzando i comportamenti su Facebook, più forti sono i tentativi di sbugiardamento scientifico delle bufale, più i cospirazionisti si chiuderebbero a riccio, con comportamenti sempre più polarizzati in termini di commenti e like rilasciati. 

In ogni caso, è – quanto meno – possibile attenuare la diffusione della bufala della carne contaminata dall’Aids non reindirizzandola ad altri, e – in caso di dubbi in merito – informandosi presso il numero verde “Aids e Ist” 800.861.061, o sul portale di “uniticontrolaids”

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