Pinterest e Instagram, le due più grandi piattaforme dedicate al photo-sharing, hanno annunciato alcune nuove funzionalità che, in sostanza, le trasformeranno in due grandi bazar, nei quali sarà possibile trovare quello che si desidera (magari comprare) attraverso la ricerca casuale.
Pinterest, noto tra gli appassionati per le collezioni “pinnabili” (di recente in via di imitazione da parte del rivale facebookiano), tramite un cinguettio sul suo profilo Twitter ufficiale, ha illustrato i nuovi strumenti per l’e-commerce integrati sul proprio network: innanzitutto, i grandi marchi potranno caricare il loro intero catalogo e, per ogni oggetto, inserire dei Product Pins per far completare l’acquisto del prodotto, potendo organizzare (tramite una rinnovata dashboard) il proprio Feed in modo da agevolare le ricerche degli utenti.
Questi ultimi, grazie all’arrivo delle pubblicità in forma di immagini (Shopping Ads), potranno creare delle raccolte dei desideri, da consultare di tanto in tanto, o da condividere (come fanno con quelle delle normali foto) e, per ogni elemento che cercheranno, vi troveranno in calce sia dei suggerimenti ad articoli simili (per ora relativi a categorie quali la cura della casa, delle bellezza, il fai-da-te) che, per ognuno degli articoli acquistabili, tramite il pulsante “Shop a brand”, la possibilità di consultare l’intera offerta di un dato marchio.
Ad oggi, il nuovo insieme per l’e-commerce di Pinterest risulta già messo a disposizione di alcuni paesi, ovvero di Australia, Nuova Zelanda, UK e Irlanda, Canada e Stati Uniti.
In una colazione informale con influencer e membri della stampa, Instagram ha annunciato – quasi in contemporanea – una propria novità relativa all’e-commerce, chiamata “Branded content ads“, che darà ai brand maggiore controllo e copertura per i contenuti sponsorizzati. Sino ad oggi, infatti, era possibile concordare con l’influencer un contenuto che, però, sarebbe circolato solo tra i follower di quest’ultimo mentre, col nuovo strumento di cui è stata inaugurata la fase pilota (dopo un anno di test), il brand potrà investire nel contenuto sponsorizzato come su ogni normale annuncio, con conseguente maggiore controllo e platea espositiva.