Non tutte le ciambelle riescono col buco. Ne sa qualcosa Google che, a fronte dei tanti progetti di successo varati, ha anche diversi flop nel novero della sua storia internettiana: a questi, nel cui elenco giova ricordare Wave, Orkut, Spaces, Buzz, Project Ara, presto – molto prima di quanto si credesse – se ne aggiungerà anche un altro, il social Google Plus.
Già da tempo Google aveva deciso di stoppare Google Plus, nato per compere con Facebook, a causa di un bug che aveva esposto i dati di 500 mila utenti: la data era fissata per l’Agosto del 2019 ma, nelle scorse ore, è stata ufficialmente anticipata all’Aprile 2019, confermando che rimarrà in piedi la versione business della piattaforma, come apripista per un’eventuale sorta di Linkedin made by Mountain View.
Nel comunicato rilasciato dal team di Google, viene spiegato che il tutto sarebbe imputabile ad un nuovo bug, sempre nelle Google+ API, che potrebbe aver esposto i dati, anche quelli non pubblici (sebbene non sfruttabili per frodi, come password ed info finanziarie), di una platea di circa 52.5 milioni di utenti, permettendo agli sviluppatori – che avessero creato delle applicazioni ad hoc – di accedere a tali informazioni.
L’azienda sottolinea come non vi siano prove che i programmatori si siano accorti, durante la falla rimasta aperta per 6 giorni ed individuata in seguito a dei test di routine, di avere accesso a tali dati, o che ne abbiano fatto un uso distorto e, in ogni caso, a sottolineare la sicurezza dei database di Mountain View, si tende a precisare che i sistemi aziendali non sarebbero stati violati da alcuna terza parte.
Onde cautelarsi, però, Google procederà nell’immediato avvertendo gli utenti potenzialmente coinvolti, per spiegare loro quali contromisure mettere in atto, e – nei prossimi 90 giorni – avvierà la dismissione delle API summenzionate, da completarsi entro Marzo, con conseguente morte prematura di tutte quelle app di terze parti che se ne avvalevano per interagire con e tramite Google Plus.