Il fine settimana di Meta si è avviato ad iniziare tra grandi speranze nel Metaverso, come descritto dall’azienda in una serie di interventi a tema intelligenza artificiale, e prospettive di ulteriori perdite economiche per l’anno in corso.
Nelle scorse ore, Meta, ex Facebook Inc, ha mandato in onda sul proprio social un evento co-condotto dal CEO Mark Zuckerberg, volto a illustrare lo stato di sviluppo del Metaverso, con i progetti appena avviati che, nei desiderata di Menlo Park, sono tesi a far decollare una divisione VR e AR che per ora non ha dato buoni risultati finanziari, nonostante il boom di adesioni all’hub Horizon e la creazione già di 10mila mondi virtuali.
Proprio in relazione a questi ultimi Zuckerberg ha spiegato il contributo che verrà offerto dall’intelligenza artificiale, già messa in campo nel progetto “Language Left Behind” volto ad abbattere le barriere linguistiche creando un traduttore universale che riuscirà a tradurre anche le lingue meno diffuse, scritte o prevalentemente parlate che siano. Nello specifico, per incrementare ed esemplificare la creazione dei mondi virtuali, i ricercatori destinati all’AI di Menlo Park punteranno a realizzare, nell’ambito del progetto CAIRaoke dedicato all’intelligenza conversazionale, un Builder Bot, ovvero un bot che si incaricherà di generare autonomamente i mondi virtuali desiderati dall’utente.
Quest’ultimo non dovrà far altro che usare la propria voce per descrivere gli elementi che vorrà nel mondo virtuale, perché il Builder Bot si occupi di generarne alcuni aspetti: nell’esempio messo in scena da un dipendente di Meta si poteva vedere come sia riuscito, semplicemente parlando, a generare la scena di una spiaggia, con tanto di nuvole, di un aliscafo, di palme, di un allestimento da picnic comprensivo di una maxi tovaglia e di un tavolino portavivande.
Dalle immagini condivise, la risoluzione è apparsa piuttosto bassa, più che in altre rappresentazioni del metaverso, ed anche la grafica delle creazioni è sembrata alquanto scarna, quasi sullo stile dei party game di Nintendo (ove, però, è più importante quel che si fa e la dinamica competitiva rispetto al come vengano resi gli attori dell’azione o gli scenari): a tal proposito, il tycoon di Meta ha confermato la natura embrionale del progetto che, accompagnandosi col progresso delle relative tecnologie, sarà in grado di renderizzare sempre più dettagli.
Non tutto il futuro di Meta sembra essere però così carico di speranze e di prospettive positive. Nelle scorse ore, il Wall Street Journal, che con Meta sembra avere il dente avvelenato, ha pubblicato un approfondimento relativo all’impatto che le misure sulle privacy di Apple (App Tracking Transparency), introdotte con iOS 14.5 (ovvero la richiesta del consenso a farsi tracciare), hanno avuto sui conti di Menlo Park (che, in tal senso, all’ultima trimestrale ha già messo in conto di perdere per l’anno in corso qualcosa come 10 miliardi di dollari).
Da quanto emerso, sembra che prima della mossa di Cupertino le aziende investissero su Meta la maggior parte dei propri investimenti pubblicitari: in seguito, accortisi che occorreva quasi decuplicare la spesa per raggiungere gli stessi clienti, visto che in assenza di pubblicità molto targettizzate occorre comprarne di più per ottenere gli stessi risultati, in molte piccole e grandi aziende, come da testimonianze apportate, hanno dirottato su Google i propri investimenti in ads.