Coideata nel lontano 2003 da Reid Hoffman, Linkedin si conferma – ad oggi – come il più importante market di incontro tra domanda e offerta di lavoro, bisognoso – però – di uno svecchiamento d’immagine, perseguito dalla controllante Microsoft anche con l’introduzione, nel 2020, delle Linkedin Stories che, però, a distanza di appena un anno, sono già destinate al pensionamento.
Nel 2020, Linkedin introdusse le sue Stories, col proposito di avvicinare alla piattaforma le generazioni dei social, aumentare il tempo di permamenza nella stessa, e abbattere quelle barriere che frenavano gli utenti dall’esprimersi visto che la natura effimera del nuovo contenuto avrebbe dovuto indurre gli iscritti a presentare, in modo informale, la quotidiana routine del proprio ambiente lavorativo, o a presentare con pratici video da 20 secondi il varo di nuovi prodotti o servizi.
Analizzando l’approccio degli utenti allo strumento delle Linkedin Stories, però, si sono avuti feedback negativi e, di conseguenza, con un post pubblicato nel blog ufficiale della piattaforma, il senior director di prodotto, Liz Li, ne ha annunciato la chiusura, dal prossimo 30 Settembre, a decorrere dalla qual data non si potranno creare nuove Storie (ma solo condividere nel Feed quelle già create) mentre le campagne pubblicitarie schedulate tramite questo strumento saranno convertite in comuni annunci.
Secondo quanto spiegato da Linkedin, che in queste ore risulta essere comunque al lavoro sul varo di funzionalità basate sull’audio live in stile Clubhouse, quanto fatto col formato dismesso non andrà perso perché, unendo “varie tipologie di media e gli strumenti creativi offerti dalle Storie“, sarà usato per nuovi strumenti basati sui video che permetteranno di raccontare in forma duratura, con un approccio “più ricco e colloquiale” sia “la tua personalità che le tue competenze“.
Da segnalare che la decisione assunta da Linkedin è giunta curiosamente a breve distanza (3 Agosto) dall’ufficiale chiusura dei Fleets, le Storie varate a suo tempo da un altro noto social network, Twitter, la cui motivazione del defalcamento era stata che “non abbiamo visto un aumento del numero di nuove persone che si uniscono alla conversazione con Fleets come speravamo“.