Già nel recente passato abbiamo avuto modo di parlare dell’interesse della Rai, l’emittente televisiva di Stato, per il web quando abbiamo illustrato l’ipotesi che l’azienda di Viale Mazzini potesse inaugurare una piattaforma web based per mettere a disposizione degli utenti, a pagamento, l’immenso tesoro di produzioni televisive che custodisce sotto l’etichettatura “Teche Rai”.
L’idea in sé non venne particolarmente ben accolta dagli utenti televisivi i quali, in effetti, si chiedevano perché dover pagare “di nuovo” per contenuti già finanziati, all’epoca, con il loro canone. A quanto pare, il direttore generale della RAI, Antonio Campo Dall’Orto, potrebbe aver in mente un’idea diversa per trasformare la RAI in una media company (entro il 2020).
Secondo alcune indiscrezioni fornite dal quotidiano Repubblica, sembra – infatti – che Dall’Orto sia intenzionato a far uscire la RAI dal recinto della tradizionale televisione pubblica relegata al solo digitale terrestre. Il proposito in questione sarebbe perpetuato seguendo una duplice direttrice: da una parte si imiterebbe il modello Mediaset (che presidia il settore Pay TV con Premium e quello dello streaming on demand con Infinity), e – dall’altro – si entrerebbe in competizione con le nuove realtà dello streaming a pagamento come Netflix, YouTube Red, Tim Vision e Sky Online.
La differenza, però, starebbe proprio nel contenuto sul quale basare l’offerta “pay-premium”: in Viale Mazzini sembrano intenzionati, più che a coltivare l’effetto nostalgia, a puntare su contenuti attuali come le partite di serie A, il cui pacchetto per lo streaming online, dopo esser stato bistrattato da tutti, è finito nelle mani della Infront Sports & Media. Al contenuto sportivo verrebbero, comunque, abbinate anche serie tv e film esclusivi.
L’accesso dovrebbe essere possibile sia con una piattaforma online che con delle app (Rai-Pay?) e dovrebbe prevedere la modalità abbonamento e quella pay per view nella quale gli eventi si pagano di volta in volta, a seconda di ciò che si sceglie di vedere.
Che sia la volta buona perché l’emittente di Stato si ringiovanisca e scopra, per davvero, le meraviglie del web?