La gang delle sexy studentesse universitarie: la nuova insidia del web

Sono state così battezzate un gruppo di giovani studentesse universitarie che per racimolare un po’ di denaro aveva messo a punto un meccanismo di seduzione e ricatto delle vittime adescate. Parecchi i casi già denunciati

La gang delle sexy studentesse universitarie: la nuova insidia del web

Sexy ricattatrici: così sono state ribattezzate alcune giovani studentesse universitarie che adescavano ragazzi e talvolta professionisti, spesso su alcune piattaforme per adulti. Il meccanismo era sempre lo stesso. Prima individuavano la “persona giusta” e, dopo aver parlato delle rispettive vite, cominciava il gioco piccante. A quel punto le ragazze chiedevano di continuare la conversazione su Skype dove avrebbero potuto vedersi e cominciare con i classici giochini erotici: spogliarello, balletto in intimo e “sesso on line”. Infine, dopo aver indotto anche le loro vittime a mettersi a nudo e compiere atti di autoerotismo davanti alla web-cam per concludere l’incontro erotico, partiva il ricatto: per evitare che foto e video (registrati all’insaputa della vittima) finissero pubblicati sul web, Facebook e Youtube oppure spediti alle rispettive mogli e fidanzate, i ragazzi avrebbero dovuto pagare somme di denaro, spesso anche ingenti.

Questo è esattamente ciò che è successo ad un uomo che, una volta resosi conto di essere caduto nella trappola, ha denunciato la ricattatrice: una venticinquenne genovese, ora indagata per estorsione o tentata estorsione. Infatti, prima di pagare la somma di 500 euro, avrebbe chiesto alla ragazza un paio di giorni di tempo per poter riflettere, ma alla fine si è deciso a rivolgersi alla autorità competenti. Durante l’esposizione alla magistratura avrebbe raccontato di aver conosciuto la studentessa attraverso alcuni amici in comune grazie ai quali era riuscito ad ottenere lo scambio dei numeri di cellulare ed, infine, un appuntamento su Facebook. “Mi ha invitato su Skype, così avremmo potuto guardarci”, ha raccontato l’uomo il quale non avrebbe mai immaginato, in preda all’eccitazione, che qualche minuto dopo sarebbe stato oggetto di un ricatto e tentativo di estorsione: “Voglio 500 euro, altrimenti le immagini finiscono in rete”.

In questi giorni, tale giro di studentesse universitarie è finito dunque sotto indagine da parte della Procura della Repubblica ed è stata informata anche la Polizia Postale. Infatti, non si tratterebbe di un singolo episodio ma di un vero e proprio giro d’affari. Altre denunce stanno arrivando ai vari commissariati di Polizia e quasi tutti hanno il medesimo punto di partenza: Badoo e Chatroulette, portali di chat per adulti.

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